Il vescovo Corrado ricorda la figura del Servo di Dio Giovanni Paolo I alla notizia dell’avvenuta promulgazione da parte del Papa del decreto relativo alle “virtù eroiche”.
Comunicato stampa.
L’8 novembre 2017 papa Francesco ha ricevuto in udienza il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ed ha autorizzato la Congregazione a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio Giovanni Paolo I (Albino Luciani).
Nato il 17 ottobre 1912 a Forno di Canale, oggi Canale d’Agordo, fu prete della diocesi di Belluno, poi vescovo di Vittorio Veneto dal 1959 al 1970, successivamante Patriarca di Venezia e infine Pontefice della Chiesa Universale. Morì il 28 settembre 1978 nel Palazzo Apostolico in Vaticano, dopo appena 33 giorni dalla sua elezione al soglio pontificio.
Vittorio Veneto, 8 novembre 2017
Monsignor Albino Luciani è stato vescovo di Vittorio Veneto per 11 anni, dal 1959 al 1970.
Personalmente l’ho incontrato una sola volta, quando era già Patriarca a Venezia. Del suo episcopato a Vittorio Veneto posso solo riferire i ricordi e le memorie che più di frequente sento su di lui.
Al di là del ricordo più immediato e normale di aver ricevuto da lui la cresima o il sacerdozio (eventi, comunque, sempre citati con viva partecipazione), la memoria delle persone conserva anzitutto l’immagine della sua immediatezza, semplicità e familiarità. Mons. Luciani era un vescovo che non incuteva timore, ma ispirava fiducia e cordialità di rapporto. E questo si verificava sia verso i cosiddetti “vicini”, sia verso coloro che si mantenevano estranei alla pratica religiosa. Una testimonianza eloquente di questa immediatezza e facilità d’incontro, l’ho avuta durante la visita pastorale quando, andando nelle famiglie a incontrare gli ammalati, in molti casi mi sentivo dire: “Abbiamo già avuto la visita di un vescovo: era Mons. Albino Luciani che è venuto a trovare nostra zia malata, nostra nonno, nostro fratello…”.
Un altro aspetto che mi viene frequentemente ricordato era la facilità con cui egli, nella predicazione, esponeva le verità cristiane facendosi comprendere da tutti, attraverso esempi e concretizzazioni che rimanevano impressi nella memoria degli ascoltatori. Era un dono che egli aveva e che sapeva far risaltare anche nei suoi scritti.
Mons. Luciani ebbe la grazia di partecipare al Concilio Ecumenico Vaticano II. Come altri vescovi – ma sicuramente in modo assai felice – egli si impegnò a tenere informata l’intera diocesi sul percorso conciliare e sulle novità che esso introduceva nella vita della Chiesa. Anche questo ha lasciato un segno indelebile specialmente in tanti preti che allora erano seminaristi o giovani sacerdoti e in tanti laici, in particolare quelli appartenenti alle associazioni. Mons. Luciani fu per loro un vero maestro che li condusse per mano, in modo convinto e convincente, a comprendere e accogliere i contenuti e la mentalità introdotti dal Concilio.
Certamente ci sarebbero molti altri ricordi di cui parlare. E tuttavia questi mi sembrano quelli che maggiormente sono rimasti nella memoria delle persone. Volendo raccoglierli sinteticamente, essi restituiscono un’immagine di mons. Luciani molto positiva, intrisa di gratitudine, affetto e venerazione.
+ Corrado Pizziolo, vescovo di Vittorio Veneto
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