AGROALIMENTARE: 90 milioni di euro alle filiere della carne italiana
Prandini (Coldiretti): “Danno ossigeno alle stalle italiane, in difficoltà per la crisi”
“Un passo importante per dare ossigeno alle stalle italiane che si trovano ad affrontare una crisi senza precedenti, dove la pandemia ha messo a rischio il futuro di un settore che rappresenta il 35% dell’intera agricoltura nazionale e dà lavoro a 800mila persone”. Lo afferma il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, nell’esprimere soddisfazione per l’avvenuta approvazione in Conferenza Stato-Regioni del provvedimento che destina 90 milioni di euro alle filiere della carne italiana.
Le filiere interessate da sovvenzioni dirette, spiega Coldiretii, sono quelle dei maiali, delle pecore, dei conigli, del latte di bufala e dei vitello da carne per un totale di 65 milioni di euro di intervento. Altri 15 milioni di euro sono destinati al sostegno degli ammassi privati della carne di vitello e 10 milioni per i prosciutti Dop.
“Finalmente possiamo contare su misure concrete e spendibile, con positive ricadute su tutte le economie di riferimento”, aggiunge Prandini: “Il provvedimento consolida la fattiva collaborazione instaurata da Coldiretti con il mondo delle istituzioni al quale continueremo a chiedere interventi mirati, in diversi settori, per fronteggiare questo periodo di difficoltà”.
Coldiretti giudicato “positivo” anche il via libera della Conferenza Stato-Regioni allo stanziamento di 100 milioni di euro da destinare alla vendemmia verde, misura richiesta espressamente dal’associazione nel piano salva vigneti presentato al Governo, assieme alla distillazione già scattata a fine giugno. I fondi saranno erogati alle imprese viticole che si impegnano a ridurre volontariamente la produzione di uve destinate a vini a denominazione di origine (Dop) e a indicazione geografica (Igp). “Altri 20 milioni di euro saranno destinati – conclude Coldiretti – ad aiuti diretti al settore pesca e acquacoltura, anch’esso messo a dura prova dall’emergenza coronavirus, con il calo della produzione e dei consumi di pesce italiano”.
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