AMBIENTE: rifiuti industriali, siamo al collasso
Inchiesta del nostro settimanale diocesano
Mass media e opinione pubblica sono molto attenti al sistema di gestione dei rifiuti solidi urbani (quelli, per capirci, prodotti nelle nostre case) e molto si sa sul loro meccanismo di smaltimento. Poca attenzione, invece, viene posta sui rifiuti industriali (speciali), che rappresentano l’80 per cento circa dei rifiuti totali (contro il 20 per cento di quelli urbani). E sono proprio i rifiuti industriali i più a rischio per reati e criminalità. La Terra dei Fuochi in provincia di Caserta è nata per rispondere al disegno criminale di imprenditori del nord Italia di disfarsi a basso costo di rifiuti speciali, aumentando così i propri profitti. Scoperto il traffico illecito verso quel territorio, sono state escogitate nuove modalità per smaltire illegalmente i rifiuti, come lo stoccaggio in capannoni dismessi (che poi magari prendono fuoco...) o in case dismesse lungo i fiumi.
Il quadro oggi è particolarmente grave perché alla insufficienza di impianti di trattamento nelle regioni del nord, alla lentezza del passaggio a processi produttivi in grado di ridurre considerevolmente gli scarti e alla normativa carente, lacunosa e inadeguata, si aggiunge la decisione di Paesi stranieri, come la Cina per le materie plastiche e la carta, di chiudere le frontiere ai rifiuti altrui, con conseguente impennata dei tempi e dei prezzi di smaltimento.
Lo sblocco di questa emergenza passa per gli imprenditori e le istituzioni pubbliche. Come per tanti altri problemi italiani servono coraggio e lungimiranza.
Nell’Azione di domenica 15 settembre due pagine sull’argomento.
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