CGIL TREVISO: "L'inchiesta di Milano obbliga i colossi del food delivery ad assumere"
Sul trevigiano operano Just Eat, Glovo e Deliveroo
I rider non sono lavoratori autonomi e occasionali e hanno diritto a condizioni dignitose e sicurezza non più rinviabili. Questi lavoratori devono essere assunti e avere tutte le tutele contrattuali e di sicurezza che derivano dall’applicazione di un vero contratto nazionale.
Un assunto senza se e senza ma per il Sindacato e sul quale si è sviluppata la maxi inchiesta dei magistrati della Procura di Milano che ha verificato la posizione dei fattorini impiegati nelle piattaforme digitali e ha portato all’invio dei verbali a quattro società, in cui si impone l’assunzione di circa 60mila collaboratori in tutta Italia. Tre di queste società, Just Eat, Glovo e Deliveroo, operano anche sul territorio trevigiano.
Nell’ambito dell’indagine, per la violazione di norme sulla salute e sicurezza, le contestazioni degli inquirenti mirano alla riqualificazione del rapporto di lavoro e quindi fanno obbligo per i colossi del food delivery ad assumere con contratto parasubordinato gli autonomi entro 90 giorni.
“L’aver continuamente denunciato, come abbiamo fatto in questi anni e in questi mesi, le condizioni dei rider, sta portando a dei risultati – affermano i segretari generali delle categorie della CGIL trevigiana che seguono la questione, Rossana Careddu (NIDIL), Samantha Gallo (FILT) e Alberto Irone (FILCAMS) –. Pertanto chiediamo che a livello nazionale si riattivino i tavoli di confronto con le imprese e la loro associazione presso il ministero del Lavoro. Non c’è più tempo da perdere. Abbiamo chiesto, tra le altre cose, proprio al ministero del Lavoro di farsi promotore di una campagna straordinaria di ispezioni – sottolineano le Sigle sindacali trevigiane –, rivolta a verificare se l’autonomia di questi lavoratori sia effettivamente dimostrabile. Alle imprese del settore invece rivendichiamo con forza, e continueremo a farlo, un modello organizzativo compatibile con diritti, tutele e sicurezza”.
“Miriamo a garantire a tutti i rider l’applicazione delle condizioni normative e salariali previste dal contratto nazionale della logistica e dei trasporti – concludono Careddu, Gallo e Irone –. Qualora questo estremo tentativo dovesse rivelarsi ancora una volta vano, siamo pronti a fare la nostra parte riprendendo la mobilitazione, non escludendo la possibilità di uno sciopero nazionale per porre termine allo sfruttamento del lavoro para subordinato, quando non sommerso”.
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