Dispersione scolastica: l'allarme del rapporto Oxfam
“I bambini poveri hanno 7 volte meno probabilità di finire gli studi rispetto a quelli ricchi”
“In media i bambini nati in famiglie povere hanno 7 volte meno probabilità di terminare la scuola rispetto ai loro coetanei nati in famiglie ricche o benestanti”. È l’allarme lanciato da Oxfam attraverso un nuovo rapporto pubblicato oggi.
Il dossier mette in luce anche come nei Paesi più ricchi solo il 75% dei ragazzi nati in famiglie con reddito basso termina le superiori contro il 90% dei figli delle famiglie più ricche.
“Una situazione che in tutti i Paesi – e in particolare in quelli in via di sviluppo – è strettamente correlata a investimenti inadeguati nell’istruzione pubblica e gratuita”. Un riferimento al Pakistan, dove oltre 24 milioni di bambini non vanno a scuola.
“I governi mettono a repentaglio il futuro dei bambini di tutto il mondo non investendo in un’istruzione pubblica di qualità gratuita. Ogni bambino dovrebbe avere le stesse possibilità di realizzare il proprio potenziale, non solo chi ha genitori che possono permettersi di pagare – ha detto Areta Sobieraj, responsabile dell’ufficio educazione di Oxfam Italia -. Tantissimi ragazzi e ragazze partono svantaggiati nei Paesi poveri perché devono fare i conti con la malnutrizione cronica, che pregiudica il loro sviluppo e la loro capacità di studiare, mentre la spesa pubblica per l’istruzione si concentra nelle aree ricche a discapito di quelle povere, dove le scuole sono sovraffollate, prive di insegnanti qualificati, libri scolastici e anche semplicemente di servizi igienici”.
Oxfam chiede a governi e donatori di investire per garantire un’istruzione pubblica di qualità gratuita per tutti i bambini, riducendone i costi e formando gli insegnanti.
Riguardo al nostro Paese nel rapporto di Oxfam non h abuone notizie: “Anche in Italia il tasso di dispersione scolastica ha ripreso a crescere dopo anni di riduzione ed evidenzia livelli più alti nelle regioni più povere del Mezzogiorno”. Riprendendo gli ultimi dati Eurostat, il report mostra che l’abbandono precoce degli studi in Italia è aumentato nell’anno scolastico 2017/2018, con il 14,5% dei ragazzi tra 15 e i 24 anni in possesso della sola licenza media. Un dato in crescita dello 0,7% su media nazionale rispetto all’anno precedente, con una forbice che va da un tasso di dispersione dell’11,7% nel Nord-Ovest al 18,5% nel Sud del Paese, e che porta l’Italia a essere il quarto Paese per abbandoni precoci in Europa, dopo Malta, Spagna e Romania, ben al di sopra della media europea del 10%
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