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ESPERIENZE: tendere la mano in un reparto Covid

Riflessione nella Giornata dei Poveri

ESPERIENZE: tendere la mano in un reparto Covid

Tra le riflessioni proposte nel sussidio della Caritas diocesana per la Giornata dei Poveri, che si celebra domenica 15 novembre ed ha per tema "Tendi la tua mano al povero", vi è quella di un'infermiera che lavora con malati Covid.

Spesso mi sento dire che quello che faccio è una missione. Durante l’emergenza Covid mi sono sentita dire “brava, io non lo farei mai”. Io penso di non avere nessun dono particolare per poter svolgere una missione, né abilità specifiche per poter fare qualcosa che altri non farebbero mai. Credo semplicemente di aver fatto una scelta e di averla orientata verso il prossimo. Più o meno consapevolmente, circa 10 anni fa decisi di diventare infermiera. Io non sono nata con la vocazione di fare l’infermiera, con il desiderio di questa professione nel sangue, mi ci sono trovata strada facendo nella vita. Ritengo che l’amore (in qualsiasi forma) sia il vero motore della vita di ogni cosa e che il prendersi cura del prossimo ne sia fra le più grandi manifestazioni. Forse è per questo che ho scelto di essere infermiera, in questo senso si, posso dire di essermelo sentito dentro fin dalla nascita. Ciò che è successo durante l’emergenza Covid tuttavia è andato al di là di ogni propensione personale verso la cura della persona. In quei momenti l’amore è arrivato al suo culmine. Ho accantonato ogni aspetto di vita personale e professionale per poter curare chi non aveva nessun altro che noi e per proteggere chi amiamo. Ho messo da parte tutto per alcuni mesi: la mia relazione, la mia famiglia, la mia vita, le mie aspirazioni e i miei sogni. Ho vissuto nella paura, nascosta dietro ad un sorriso coperto da tuta, maschera e visiera, donando ogni mia risorsa a chi lottava ogni giorno contro qualcosa di spaventoso e sconosciuto. Non credo che tutto ciò si traduca come una missione: ho avuto paura, ho pianto (molto), ho pensato di non farcela, ma non ho mai mollato. Semplicemente perché chiunque, in quanto persona mossa dall’amore, al mio posto avrebbe fatto lo stesso. Tendere la mano verso chi la necessita dovrebbe essere una scelta collettiva e quotidiana.

Serafin Veronica Salgareda Infermiera nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Oderzo, in un confronto quotidiano con il dolore

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