Il giornale del 6 marzo. Edizione digitale
Impianti a biomassa, parliamone!
Se è vero che gli impianti a biomasse per la produzione di energia sono una realtà che si sta via via diffondendo anche nel nostro territorio, riguardo a queste novità tecnologiche, per l’uomo della strada, il singolo cittadino, non è affatto facile orientarsi in una selva di dati e valutazioni spesso in contraddizione tra loro. La costruzione di nuove opere e impianti tecnologici strettamente ricollegabili all’ambiente è stata, anche nel territorio diocesano, più volte motivo di contestazioni e iniziative di opposizione, con situazioni e atteggiamenti scattati ogni volta in modo quasi automatico: la nascita di comitati, manifestazioni pubbliche di protesta, dibattiti, polemiche sui giornali, interrogazioni parlamentari, strumentalizzazioni, ecc. Negli ultimi anni a livello locale ci sono state varie “battaglie ambientaliste”: da quella contro la discarica di rifiuti che era stata progettata nell’ex base Nato di Chiarano a quella contro la centrale turbogas di Cessalto; oppure, di genere un po’ diverso, quella contro il tratto dell’autostrada A28 per il collegamento tra Sacile e Conegliano. In tempi recenti proprio per il progetto di un impianto a biomasse c’è stata agitazione a Trichiana, fino a un pronunciamento del consiglio comunale e all’archiviazione del progetto. È cronaca di queste settimane il dibattito e le polemiche suscitate per il progetto di costruire un pirogassificatore a Gaiarine. È sempre in agguato la “sindrome di Nimby”, che si materializza quando si tratta di impianti progettati in vicinanza alla propria casa e quindi potenziali fonti di disagi o rischi.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento