In nome del popolo: quale popolo?
Bilancio della Settimana Sociale diocesana, tra Popolarismo, populismo e sovranismo
"Quale popolo?” si chiedeva il sottotitolo di questa XVI Settimana sociale diocesana. Cioè quali ideali, quali orizzonti fanno da sfondo alla nostra identità italiana ed europea e, di conseguenza, quale concezione di “bene comune” catalizza il nostro impegno e quello di chi è chiamato a rappresentarci.
Tentando una sintesi, emergono almeno tre punti chiave e altrettante considerazioni. Innanzi tutto, il legame tra verità, parola e relazione: non si può “fare rete”, crescere in umanità, se non si recupera l’amore per la verità e parole adeguate ad esprimerla con stile fraterno. In secondo luogo, lo sguardo rivolto al futuro, carico della memoria del passato, attento al discernimento nell’oggi: per essere generativi occorrono progetti a lungo termine, alternativi alle asfittiche logiche del potere, senza la pretesa di replicare la storia… e per fare questo servono formazione e cultura. Infine, l’identità dei cattolici: un’identità da esplicitare e da vivere con consapevolezza e senso profetico, pena il mancare il compito che la fede stessa ci affida chiamandoci ad essere testimoni.
In ordine a queste idee, fa piacere aver riscontrato, in almeno due serate, una significativa presenza di giovani, segno che fa ben sperare, riconoscendo un loro interessamento su questi temi. Di contro, si rileva una partecipazione complessivamente modesta, con appassionati frequentatori, ma di rado un coinvolgimento di persone al di fuori dei “soliti”.
Una domanda, allora, sorge spontanea: come è stata accolta questa Settimana sociale (e tante altre iniziative affini) da chi frequenta le nostre parrocchie? Forse le nostre comunità cristiane non sentono ancora come autenticamente evangelico l’interessarsi della “politica”, ampiamente intesa. Eppure il Magistero degli ultimi papi è chiaro. Rassicura, se non altro, il fatto che da questi appuntamenti si sia innescato un confronto positivo, che potrà portare a progetti più concreti e specifici, consolidando la bella collaborazione tra i soggetti organizzatori delle Settimane sociali. In fondo, proprio questo dovrebbe essere il compito di tali iniziative, cioè “iniziare processi più che possedere spazi” (cf. papa Francesco, Evangelii Gaudium, 223).
Don Andrea Forest
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