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La Convenzione europea dei diritti e delle libertà compie 70 anni

Venne firmata Il 4 novembre del 1950. Protegge i cittadini di 47 Stati europei

La Convenzione europea dei diritti e delle libertà compie 70 anni

Inizialmente firmata da 12 Paesi a Roma il 4 novembre 1950, la Convenzione europea protegge oggi più di 835 milioni di persone in 47 Stati europei. Tutti gli Stati europei eccetto la Bielorussia vi aderiscono. Ispirata alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la Convenzione è un trattato giuridicamente vincolante unico, supervisionato da una corte internazionale indipendente, che garantisce i diritti e le libertà fondamentali delle persone.

La Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali, a 70 anni dalla sua promulgazione avvenuta nel terribile contesto della devastazione della Seconda guerra mondiale, presenta ancora oggi tutta la sua attualità. La pace e la stabilità potevano essere raggiunte (e possono essere consolidate) solo attraverso il consolidamento della democrazia e dello stato di diritto. Le limitazioni alle libertà imposte dalla pandemia rappresentano una sorta di ‘stress-test’ per la Convenzione e più in generale per il codice internazionale dei diritti umani, dando nuova enfasi alle dimensioni del diritto umano e della stretta relazione tra bene comune e dimensione soggettiva.

La Convenzione contiene una serie di diritti e libertà fondamentali (diritto alla vita, divieto della tortura, divieto della schiavitù e del lavoro forzato, diritto alla libertà ed alla sicurezza, diritto ad un processo equo, principio di legalità, diritto al rispetto della vita privata e familiare, libertà di pensiero, di coscienza e di religione, libertà d’espressione, libertà di riunione e d’associazione, diritto al matrimonio, diritto ad un ricorso effettivo, divieto di discriminazione). Ulteriori diritti sono previsti dai Protocolli aggiuntivi alla Convenzione. Le Parti contraenti s’impegnano a riconoscere tali diritti a tutte le persone rientranti nella loro giurisdizione.

Negli anni, la Convenzione è stata integrata con una serie di Protocolli su questioni come il divieto di discriminazione e l’abolizione della pena di morte. Il Protocollo più recente rafforza il dialogo giuridico in Europa consentendo ai tribunali nazionali superiori che lo hanno accettato di richiedere pareri consultivi alla Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo.

La Convenzione europea dei diritti dell’uomo è alla base di tutto il lavoro del Consiglio d’Europa, anche quando si tratta di proteggere i diritti umani durante una pandemia.

L’azione giuridica della Corte europea dei diritti dell’uomo, organo giurisdizionale indipendente che giudica le violazioni alla Convenzione entrato in funzione nel 1959, ha costituito un vero e proprio argine ad abusi e derive nazionalistico-autoritarie, che la dimensione nazionale fatica a contenere; ciò, tuttavia, è stata anche all’origine di attacchi volti a ridurne la portata. 

Per questo l’adesione dell’Unione europea alla Convenzione sarà un’altra tappa importante, che contribuirà ad armonizzare la protezione dei diritti umani in tutto lo spazio giuridico europeo.

In questi anni la Corte si è pronunciata su oltre 800mila domande 20.000 ed ha emesso 21mila sentenze che hanno migliorato la vita delle persone in molti modi diversi in tutto il continente ed hanno inoltre ispirato numerosi cambiamenti positivi nelle legislazioni nazionali. Il sistema di tutela dei diritti umani in Europa ha contribuito a innalzare gli standard della protezione dei diritti umani in tutto il mondo ed ha ispirato altre organizzazioni regionali: basti ricordare a riguardo la Convenzione americana dei diritti dell’uomo (1969), la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli (1981) e la Carta araba dei diritti dell’uomo (1984).

La Convenzione europea continua quindi ad essere uno strumento vivo, che ha ripetutamente dimostrato di potersi adattare alle nuove sfide per i diritti umani in aree come la privacy, la protezione dei dati e la biomedicina. Questa capacità di adattamento sarà cruciale per aiutare il continente ad affrontare le emergenti sfide per i diritti delle persone derivanti, ad esempio, dai progressi nel campo della tecnologia, nonché le minacce per l’ambiente naturale, ma anche le conseguenze economiche e sociali della pandemia in corso.

Sono tempi difficili e, come tutti sperimentiamo, la situazione evolve rapidamente, motivo per cui l'importanza della Convenzione quale strumento di pace e stabilità non è mai stata così evidente.

Enrico Vendrame

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