SANITÀ: i sindacati dei pensionati lanciano una campagna sulle liste d’attesa
Da sabato 24 marzo con un questionario rivolto agli iscritti e un video
I sindacati dei pensionati del Veneto Spi, Fnp e Uilp lanciano una iniziativa per fotografare le criticità legate alle liste d’attea per le prestazioni sanitarie nelle Ulss venete.
La campagna inizia sabato 24 marzo con questionario rivolto alle migliaia di iscritti, e incentrato sulle personali esperienze maturate dai diretti interessati al momento della prenotazione di esami e di visite ambulatoriali e specialistiche. E sarà diffuso in tutti i canali un video informativo su come funzionano le liste d’attesa.
«Con questa campagna ci poniamo più obiettivi», spiegano Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Tina Cupani (Fnp Cisl), Debora Rocco (Uilp Uil), «informare i cittadini sui loro diritti; mantenere alta l’attenzione sul problema delle liste d’attesa, uno dei più evidenti nervi scoperti della nostra sanità territoriale; stimolare la Regione a compiere ulteriori azioni per garantire il diritto alla cura sancito dalla legislazione».
«In particolare – continuano i sindacati - l’indagine ci aiuterà a capire, in assenza di dati puntuali, la situazione che si vive nelle singole Ulss venete. Teniamo conto che, seguendo i dati della Regione stessa, facciamo i conti con una quota importante, fra il 16 e il 32%, di prestazioni accumulatesi durante il Covid e non ancora effettuate. Non solo. In molti casi, di fronte a liste d’attesa lunghissime, ci sono cittadini che hanno direttamente rinunciato a effettuare visite o esami clinici. In pratica in Veneto mancano all’appello 4 prestazioni su 10. Un dato allarmante».
Il questionario verrà distribuito on line agli iscritti di Spi, Fnp e Uilp, e in forma cartacea nelle sedi dei sindacati dei pensionati, a partire da sabato 24 marzo. E sabato viene lanciato sui siti e sui canali social dei sindacati il video con le informazioni essenziali sulle liste d’attesa.
La campagna, inoltre, sarà anche l’occasione per informare i cittadini sulla possibilità di attivare il “percorso di tutela”, diritto previsto dalla legge nazionale che però la Regione Veneto dimentica di attuare.
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