SOLIDARIETÀ: giovani di Conegliano con i senza fissa dimora
Uscita con i volontari della Comunità di Sant'Egidio
“Ragazzi, la sera di lunedì 21 andiamo con i volontari della Comunità Sant’Egidio a portare la cena ai senza fissa dimora”. Una proposta inconsueta e pure coraggiosa quella lanciata ai giovani delle superiori dal cappellano di Santi Martino e Rosa in Conegliano padre Sandro Girodo insieme agli educatori dei gruppi. Ma in tanti l’hanno raccolta: una ventina tra ragazzi e loro educatori. La sera comincia nella palestra dell’oratorio con un intervento di Silvano che racconta cos’è la Comunità di Sant’Egidio e la sua esperienza di volontariato «che mi ha insegnato l’umiltà e a guardare alle cose essenziali della vita». «Questa sera – l’invito di padre Sandro – moltiplichiamo i nostri occhi». Quindi insieme si prega il Padre Nostro per chiedere al Padre «il dono dei suoi occhi, per vedere queste persone come le vede Dio». I ragazzi partono, divisi in quattro gruppi. In ogni gruppo un educatore e un volontario della Comunità. In auto si raggiungono i luoghi dove vivono le persone destinatarie delle borse. Grazie ai volontari ogni incontro avviene senza alcun imbarazzo. Una presentazione personale e poi il dialogo, sempre delicato. Finito il giro, il ritorno in palestra per la condivisione. È una valanga di emozioni. I ragazzi sono colpiti dalla dignità delle persone incontrate e soprattutto dall’accoglienza ricevuta. «Non sembravamo degli sconosciuti»... «Sembrava che ci conoscessimo da sempre»... «Erano loro che accoglievano noi, sconosciuti che si avvicinano di notte!», osservano. Certo, hanno sentito vicende tragiche, hanno ascoltato storie di dipendenze da alcol o sostanze, hanno visto luoghi di vita fatiscenti. Ma pur nella drammaticità delle situazioni hanno colto quanto sia potente la forza della vita. Padre Sandro non aggiunge molte parole, solo una considerazione: «Questa sera quando vado a letto non potrò non pensare alle coperte logore di Andrea. Gli incontri di questa sera non lasciano indifferenti». E propone, per concludere, una preghiera a Maria, la donna dell’accoglienza, dell’ascolto, del pane e dell’attesa. E la proposta vuole ripetersi. FC
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