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Si vince dando l’esempio

Il nuovo Governo e la preoccupazione “gender”.

Si vince dando l’esempio

Ho letto con interesse su L’Azione l’articolo che metteva in evidenza una importante problematica che riguarda la famiglia. È vero che oggi la stragrande maggioranza dei messaggi che ci arrivano sono contro il matrimonio e la famiglia. Sposarsi non conviene per tanti motivi ben evidenziati nell’articolo citato. Per quanto mi riguarda, sarà perché sto per diventare mamma per la terza volta, sarà perché sono regolarmente sposata, peraltro anche in chiesa perché credo nel sacramento (e oggi non è più così scontato), sarà perché sono referente de “L’articolo 26” in provincia di Treviso, mi sento in dovere di dedicare molto del mio tempo... per queste tematiche. Il motivo vero è che mi sta molto a cuore il futuro delle mie tre figlie ma anche di tutti i nostri bambini, ragazzi e giovani. Il mio interesse è rivolto in particolare all’aspetto educativo. Per chi non lo conoscesse, il “Comitato Articolo 26” è un’associazione apartitica e aconfessionale, composta da genitori, docenti e specialisti dell’educazione che ha il suo punto di forza nella collaborazione tra famiglie e insegnanti di ogni ordine e grado della scuola italiana. Facendosi coinvolgere si scopre che esiste un mondo di persone straordinarie, di una generosità impareggiabile e di una competenza  eccezionale. Ma il mio intervento di oggi vuole essere un invito, rivolto anche al nostro settimanale, a non ignorare un fatto che può apparire inquietante. Mi riferisco alla nomina come ministro della Pubblica Istruzione della senatrice Valeria Fedeli. Dopo la bocciatura del referendum istituzionale e del governo Renzi, come non vedere una provocazione la nomina di personaggio che non solo crede alla “teoria gender” ma pretende di imporla a scuola attraverso un disegno di legge che porta il suo nome? (...) In un suo intervento aveva affermato che “la maggioranza dei cattolici e molte manifestazioni No Gender non sono supportate dalle principali associazioni cattoliche”. Evidentemente la senatrice non ha una buona frequentazione di ambienti cattolici e forse non conosce neppure la posizione di papa Francesco che in mille modi si è espresso contro la teoria gender. Probabilmente non ha mai sentito né letto che per il Papa la teoria del gender è “uno sbaglio della mente umana che crea tanta confusione” e in un’altra occasione ha addirittura detto che “l’imposizione della ‘teoria del gender’ nelle scuole è colonizzazione ideologica, come lo fu quella imposta ai Balilla dal fascismo e alla Gioventù hitleriana dal nazismo”. Nella diocesi nostra, per iniziativa della Pastorale familiare, della Consulta delle aggregazioni laicali e di altri gruppi, sono state portate avanti diverse importanti iniziative per contrastare questa pericolosa deriva antropologica. Ma la battaglia è solo all’inizio e oggi più che mai appare necessario continuare la lotta: i fatti ce lo richiedono. Anche la presenza di un ministro come Valeria Fedeli ce lo richiede. (...) Marta Zanardo Personalmente condivido una certa preoccupazione per la teoria gender, che tuttavia non si presenta in modo univoco. Credo sia impegno di ogni credente restare vigile affinché non si radichi nella nostra società una cultura che annulla ogni differenza tra uomo e donna. Tuttavia, visto il quadro politico e del Paese in cui è nato questo Governo e i suoi margini di manovra, sarei un po’ più sereno... Dall’altro lato, sono convinto che il modo migliore per “vincere” il confronto con la teoria – o le teorie – gender sia quello di mostrare come sia bello vivere in una coppia formata da un uomo e da una donna. Se come cristiani fossimo più convincenti e avessimo più coraggio per dire esplicitamente la bellezza della relazione uomo-donna, credo che la teoria gender perderebbe da sola ogni capacità di fascinazione.

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