TREVISO-BELLUNO: inchiesta sulla violenza sulle donne
A cura della Cisl
In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne la Cisl ha reso noto uno studio condotto dalla Fondazione Corazzin per conto di Cisl Veneto.
In provincia di Belluno, nel 2021 le chiamate al numero 1522 (numero antiviolenza e stalking) sono state 24: due al mese. Dopo un primo calo dal 2013 al 2015 i valori sono tornati a salire dal 2016. Picco di chiamate nei mesi del lockdown, nel secondo trimestre del 2020 (da 5 del primo trimestre a 11 del secondo). Le chiamate rappresentano il 2% del totale veneto.
In provincia di Treviso, le chiamate sono state 182 nel 2021: una ogni due giorni, il 15% delle richieste di aiuto in Veneto. Dopo un primo calo dal 2013 al 2016 i valori sono tornati a salire dal 2017. Preoccupante la crescita nel 2020 e 2021. Anche nella Marca le donne hanno sofferto particolarmente il periodo della pandemia: l’analisi delle chiamate per trimestri mette in luce il forte aumento di contatti nel primo periodo della pandemia. Queste sono raddoppiate, passando da 26, nel primo trimestre del 2020, a 52 nel secondo. Forte crescita anche nel primo trimestre 2021 in coincidenza con le nuove fasi di lockdown con una punta di 51 chiamate. Il primo trimestre 2022 registra 40 chiamate. A livello veneto, in un caso su due le donne compongono il 1522 perché subiscono violenza fisica, una su tre per violenza psicologica.
“La violenza di genere è una piaga a livello mondiale - dichiara Alessia Salvador, responsabile del Coordinamento Donne e per le Politiche di genere e le Pari opportunità della Cisl Belluno Treviso - e la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite rappresenta una data importante, che ricorda a tutti che il rispetto è alla base di ogni rapporto e che non è accettabile la crescita costante del numero di donne che subiscono violenza, violenza che ha molti, troppi, volti: psicologica, fisica, economica, sessuale, lo stalking e le molestie, e infine la forma più subdola, ovvero tutte quelle limitazioni che non permettono l’emancipazione e l’indipendenza economica delle donne”.
(comunicato stampa)
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