TREVISO: fusioni di Comuni, il sostegno dei sindacati pensionati
Per Cgil, Cisl e Uil il Comune ideale ha sui 20 mila abitanti
“Un obiettivo da raggiungere, percorsi che devono essere sostenuti con fermezza trovando il coinvolgimento e il convincimento delle nostre comunità per garantire il benessere collettivo”. Questa la posizione unitaria espressa dai Sindacati dei pensionati di CGIL, CISL e UIL trevigiani relativamente ai progetti di fusione dei comuni della Marca, nello specifico dell’area pedemontana e dell’asolano.
La promozione e il supporto delle fusioni dei comuni non è tema nuovo per SPI CGIL, FNP CISL e UILP UIL che, detentori della contrattazione sociale con le amministrazioni municipali trevigiane, hanno da tempo spinto sindaci e comunità per imboccare questa strada. Oggi, guardano con interesse crescente all’aggregazione dei cinque municipi dell’area pedemontana (Cavaso, Castelcucco, Monfumo, Possagno e Pieve del Grappa) e quattro dell’asolano (Asolo, Fonte, San Zenone e Maser).
“Da tempo spingiamo perché i nostri amministratori locali abbandonino le logiche del campanile per imboccare i percorsi che portano alla fusione dei loro enti - affermano i segretari generali Vigilio Biscaro SPI CGIL Treviso, Franco Marcuzzo FNP CISL Belluno-Treviso, Beniamino Gorza UILP UIL Treviso -, non di meno abbiamo in passato, e ancora oggi, presentato in seno agli incontri di contrattazione sociale studi di fattibilità a supporti di questa prospettiva. Dati di bilancio e di fiscalità, sulla gestione dei servizi, sull’organizzazione del personale, sulla sicurezza, sul governo del territorio, sul risparmio da una parte e sull’aggiunta di risorse dall’altra, tutto misurato alla popolazione e alla densità abitativa. Infatti, i nostri calcoli vedono come dimensione ottimale i 20mila abitanti”.
“È chiaro ormai quanto la dimensione amministrativa sia un elemento imprescindibile, quanto incida in termini di erogazione di servizi sociali, per gli anziani, di contenimento dell’imposizione fiscale e molto altro - aggiungono Biscaro, Marcuzzo e Gorza -. Per questo la riflessione e la questione è negli ultimi anni approdata anche nelle nostre piattaforme negoziali”.
“Se sull’area pedemontana, dove si è verificata la prima positiva esperienza di fusione, la discussione è già partita e affrontata anche nel corso della contrattazione sociale - continuano i segretari generali dei pensionati -, per le altre zone della Marca, anche in quella castellana, il confronto è ancora agli inizi. Ma registriamo comunque un mutato scenario a livello provinciale, politicamente più favorevole”.
“Per queste ragioni - concludono i vertici sindacali -, ribadiamo il sostegno di CGIL, CISL e UIL all’avvio di percorsi che portino alle fusioni e ci diciamo sin da subito più che disponibili non solo a proseguire nel dialogo con i sindaci ma anche a sostenere tali tracciati con le comunità locali, al fine di coinvolgerle e far comprendere alla nostra gente l’opportunità da cogliere”.
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