UCRAINA: la coraggiosa chiesa locale
Il vescovo di Odessa: «La situazione è critica. Noi resteremo qui, e chiediamo le vostre preghiere!»
Mons. Pavlo Honcharuk, Vescovo di rito latino di Kharkiv-Zaporiyia, ha trascorso gli ultimi giorni in un bunker con diverse famiglie, così come il suo omologo ortodosso. Durante gli incessanti bombardamenti ha inviato questo messaggio ad Aiuto alla Chiesa che Soffre: «Siamo davvero sorpresi e molto grati per la mobilitazione di così tante persone. Vorrei ringraziare in particolare i benefattori che, attraverso ACS, dimostrano misericordia e amore. Ringrazio sinceramente tutti voi. Il mio messaggio è breve perché siamo sotto costante bombardamento, e sono un po' teso, ma cerchiamo di comportarci normalmente. Dio vi benedica!».
Il Vescovo di rito latino di Odessa, Mons. Stanislav Shyrokoradiuk, conferma l’arrivo degli aiuti dai Paesi vicini. «La situazione è critica. Noi resteremo qui, e chiediamo le vostre preghiere!», ha scritto in un messaggio ad ACS.
In altre parti del Paese, come a Lviv, al confine con la Polonia, la Chiesa locale continua a lavorare per sostenere e aiutare la popolazione, sommersa dall'arrivo di un’ondata di sfollati. «Finalmente, dopo alcuni giorni molto difficili, ho trovato il tempo di scrivere qualche parola», ci dice suor Natalia, religiosa dell'ordine greco-cattolico della Sacra Famiglia di Lviv. «Qui stiamo aiutando gli sfollati, rifornendo i bunker antiaerei, e accogliendo le persone, soprattutto donne e bambini. Preghiamo insieme. Grazie di tutto».
Padre Justyn, sacerdote paolino fuggito nella città di Kamianets-Podilskyi, nell'Ucraina occidentale, ci descrive così la situazione: «Ho impiegato otto ore per percorrere 150 chilometri. Le strade sono piene di gente che fugge verso l'Ovest... Ingorghi, code nei negozi, nelle farmacie e nelle stazioni di servizio lungo la strada. Molti amici mi hanno telefonato [...] Alcuni vogliono confessarsi, ma non posso confessarli per telefono. Tutto quello che posso dire loro è “riconciliatevi con Dio, pentitevi, chiedete sinceramente perdono e Lui vi ascolterà”», conclude.
Una delle testimonianze più suggestive che ACS ha ricevuto è stata la foto di un battesimo nella cattedrale di Kharkiv. L'immagine mostra un giovane che ha chiesto di essere battezzato e di fare la prima comunione prima di essere impiegato nelle forze armate per difendere la patria.
Padre Roman Laba, parroco a Brovary, distante pochi chilometri da Kiev, in questo breve videomessaggio , ci dice che la città è stata attaccata da missili balistici. Bilancio (provvisorio): un morto e 5 feriti. Nella sua parrocchia 80 persone pregano.
Proprio stamane giunge la notizia che anche la Cattedrale dell’Assunzione a Kharkiv sarebbe stata colpita dai bombardamenti. Oramai siamo dinanzi a uno scenario che non può non rimandare a quanto vissuto in Siria.
Dai rapporti relativi al settimo giorno di guerra emerge il seguente scenario: circa 2.000 civili morti, 8.000 civili feriti, inclusi 330 bambini, 677.000 ucraini presenti ai posti di blocco ai confini occidentali nel tentativo di raggiungere territori sicuri.
Abbiamo deciso di condividere con i benefattori queste brevi notizie, che ci permettono di essere vicini, per quanto possibile, ai nostri fratelli nella fede così duramente provati in queste ore di angoscia e incertezza. La comunità di Aiuto alla Chiesa che Soffre continua a pregare e a inviare aiuti, nella speranza che il nobile popolo ucraino possa presto godere di una pace duratura.
Alessandro Monteduro
Direttore Aiuto Chiesa che soffre Italia
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