ECUMENISMO: la pastora Lidia Maggi a Ponte della Priula

In una sala dell’Oratorio di Ponte della Priula, gremita di gente, puntuale come un orologio svizzero, alle 20.28 entra la pastora Lidia Maggi: di lì a poco avrà inizio con il Padre nostro, recitato da ciascuno dei presenti nella versione della propria confessione cristiana, l’incontro ecumenico. Quello della pastora Maggi è un racconto limpido e sereno, carico di empatia e che tuttavia non nasconde le difficoltà e i problemi delle Chiese e delle relazioni tra di esse. Dice infatti che l’ecumenismo è nato in terra di missione, là dove ci si accorse, un centinaio di anni fa, che l’evangelizzazione non raggiungeva gli effetti sperati, perché chi annunciava il Vangelo non era in sintonia con il missionario di ciascun’altra Chiesa cristiana, presente in loco e, quindi, la divisione confessionale ostacolava la recezione della Buona Novella.

Nel corso dei secoli infatti molti sono stati i momenti in cui i cristiani hanno continuato a sottolineare quello che li divideva, piuttosto che ciò che li accomunava. Ma da questa storia di reciproche accuse ed invettive, di scontri e conflitti, di sgambetti e diverbi siamo giunti finalmente a un dialogo approfondito sul fronte teologico, storico ed ecclesiale e popolare; un dialogo che conosce ancora resistenze, ma che può anche fare tesoro dell’apporto proveniente dalla riflessione e dall’esperienza della sorella e del fratello della Chiesa della porta accanto. Oggi infatti tutte le Chiese hanno i medesimi problemi e attraversano le stesse fatiche: insieme sono però meglio attrezzate per affrontarle e per superarle.

don Giuseppe Gerlin