CONEGLIANESE: 5G, i sindaci procedono uniti
Si farà un Paino delle Antenne
I sindaci dell’ex Ulss 7, oggi distretto di Pieve dell’Ulss 2, hanno deciso di muoversi insieme per disciplinare l’avvento della tecnologia 5G. A questo scopo stanno sottoscrivendo un atto di intesa con la quale si impegnano “ad affrontare in modo coordinato tra loro problematica dello sviluppo della tecnologia 5G sul territorio attraverso una sinergia volta a definire prassi amministrative coordinate e a individuare strumenti di pianificazione omogenei, quali ad esempio: il piano antenne sovracomunale e relativo regolamento, tutelando la salute, l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini nel contempo rispettando i diritti delle società di telefonia, come da normativa vigente; il costante monitoraggio dei campi elettromagnetici, in collaborazione con Arpav e Ulss 2; l’informazione e la formazione della cittadinanza”.
I sindaci hanno deciso di sottoscrivere l’intesa perché “condividono la visione per un futuro sostenibile” e “tale visione anima la loro azione volta ad affrontare le sfide interconnesse”.
Il 5G, sigla che sta per quinta generazione delle comunicazioni, è il nuovo standard di trasmissione per la telefonia mobile. Rispetto agli attuali sistemi permette elevata velocità di trasmissione e tempi di reazione della rete ad una richiesta molto ridotti. In Veneto sono attivi 15 impianti con tecnologia 5G e altri 82 sono già stati autorizzati. Spetta all’Arpav il controllo preventivo e il parere favorevole scatta solo quando i livelli di campo elettromagnetico, dovuti al nuovo impianto e a quelli già presenti nella zona, risultano inferiori al limite, al valore di attenzione e all’obiettivo di qualità fissati dalla normativa vigente.
Nelle comunità vi è forte preoccupazione per i possibili effetti sulla salute dovuti all’incremento indiscriminato dei campi magnetici generati dai nuovi impianti e numerosi comuni hanno applicato il principio di precauzione disponendo una moratoria e un differimento dell’installazione delle antenne con ordinanze sindacali. Questi atti sono stati impugnati con ricorsi al Tar e l’avvocatura dello Stato ha ritenuto non sussistente e legittimo il potere di ordinanza del sindaco, aprendo così la strada alla sconfitte dei Comuni avanti il Tar, con possibilità di condanna al risarcimento del danno. Per questo gli amministratori comunali hanno deciso di intraprendere la strada della pianificazione dell’installazione degli impianti, strada consentita nell’ambito delle competenze in materia urbanistica, ambientale e di tutela della salute.
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