Oggi Domenica
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L’uguaglianza di Dio

Oggi Domenica: la riflessione sulla Parola di Dio domenicale.

L’uguaglianza di Dio

E' un vero e proprio shock giuridico, e anche sindacale, quello provocato dalla parabola dei lavoratori a giornata a cui il padrone dà la stessa diaria sia a chi ha lavorato il giorno intero sia a chi è stato assunto all’ultima ora. Addirittura questi ultimi ricevono per primi la paga di un denaro, sufficiente per il mantenimento giornaliero di una famiglia. Saltano i nostri concetti di giustizia distributiva e commutativa, come pure qualsiasi idea di meritocrazia. Chi avanza diritti nei confronti di Dio o addirittura pretende qualcosa, rimane sconcertato e viene definitivamente sconfitto. Dio Padre, infatti, non è ingiusto per il fatto di essere generoso. Con questa geniale parabola Gesù intende dimoÈ strare che la bontà di Dio supera le categorie umane della retribuzione (concepita come una paga dovuta) senza però ridurla ad una arbitrarietà che ignora la giustizia. In questa liberalità si esprime la trascendenza di Dio, come dice Isaia: Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri (55, 9). La metafisica si fonda sull’amore incondizionato, e perciò assoluto, di Dio. È comprensibile la mormorazione dei lavoratori della prima ora trattati come quelli dell’ultima. Il padrone risponde: Amico, sono stato ai patti, perciò vattene. Il termine “amico” assume in Matteo una sfumatura di rimprovero benevolo per aiutare a cambiare la mentalità e passare dalla meritocrazia alla generosità.

Ma c’è anche la domanda del padrone che pone l’alternativa: Tu sei invidioso perché io sono buono? Traducendo alla lettera: Il tuo occhio è cattivo perché io sono buono? Il termine “occhio cattivo”, secondo la mentalità ebraica, è più dell’invidia che a volte ci prende, facendoci diventare gretti e meschini. È uno schermo alla luce, di cui l’occhio è l’organo, che ci impedisce di guardare alle persone e ai beni del mondo secondo lo sguardo di Dio. Gesù lo aveva già spiegato: Se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! (Matteo 6, 23). La gratuità creativa di Dio ci apre gli occhi per capire il suo amore e imitarlo con generosità “perché Dio ama chi dona con gioia” (2Corinzi 9, 7), “ricordando le parole del Signore Gesù che disse: Si è più beati nel dare che nel ricevere!” (Atti 20, 35).

Nella storia della Chiesa scorgo nella figura di papa Giovanni il modello dell’occhio buono=semplice. Compiendo ottant’anni riconosce se stesso come servo di Dio, chiamato fin dalla prima ora, e decide di fare un bilancio della vita. Si esamina dettagliatamente senza riscontrare nessuna colpa grave. Straordinaria semplicità evangelica conquistata, che lo illuminava per considerare tutto e tutti con sguardo di bontà paterna, a costo di passare per ingenuo e sempliciotto. E ha guadagnato il cuore dell’umanità.

Don Domenico Salvador

La riflessione verrà commentata con “Gli amici della Parola” su Radio Palazzo Carli venerdì alle 9.30 e in replica lunedì alle 18.40

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