La grande illusione
Oggi Domenica: la riflessione sulla Parola di Dio domenicale.
Domenica 2 marzo
VIII del tempo ordinario
anno A Is 49, 14-15; Sal 61; 1Cor 4, 1- 5; Mt 6, 24-34
Solo in Dio riposa l’anima mia Quarta settimana del Salterio ensando alla fase socioeconomica che stiamo attraversando, viene da chiederci: “Fino a che punto la ricerca prevalente (e a volte anche esclusiva) dell’interesse economico è responsabile della crisi attuale?”. Ecco la parabola illuminante: Il seme seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto (Mt 13, 22). E con la Parola vengono soffocate la vita umana e le relazioni sociali. Ci ammonisce san Paolo: “Quelli che vogliono arricchirsi, cadono nella tentazione, nell’inganno di molti desideri insensati e dannosi, che fanno affogare gli uomini nella rovina e nella perdizione. L’avidità del denaro è la radice di tutti i mali!” (1Timoteo 6, 9-10). È proprio sull’illusione che con la ricchezza si possa avere tutto che fa leva il nemico dell’uomo: Satana. Nella Scrittura è chiamato il padre della menzogna e ha il suo punto di forza nell’apparenza, nella maschera e nell’inganno assunto come sistema costante di vita, contaminando tutti. Il Salmo, infatti, dice: Ogni uomo è bugiardo (116, 11). Solo un esempio. È ormai comune chiamare bugiardino quel lungo foglio in caratteri microscopici che accompagna la confezione dei medicinali. Ciò che mi fa ridere è quel “leggere attentamente le avvertenze” per scaricare le responsabilità dei tanti “effetti indesiderati”, aggiungendo a volte “anche gravi”, sul già malcapitato paziente. È noto come le grandi case farmaceutiche costituiscono centri di potere e di controllo della ricerca scientifica, condizionata dai loro interessi. Non parliamo poi del mondo della politica e/o del potere. Basti solo ricordare la lucida analisi di Simone Weil: “La verità, questa fuggiasca dal campo dei vincitori” e, aggiungerei, “dalle stanze dei bottoni”, comprese quelle di una chiesa burocratizzata, come spesso denuncia papa Francesco. La pubblicità è strutturalmente bugiarda perché presenta realtà strabilianti, promettendo successo, salute e felicità, che non può assolutamente mantenere, almeno allo stesso livello e qualità della propaganda. Tutte le forme di attaccamento alla ricchezza ingannano le persone e i gruppi sociali, deviandoli dal progetto di Dio. Nella Scrittura è denunciata in modo particolare l’avarizia, perché fa del denaro un idolo a cui si sacrifica tutto, perfino la propria esistenza e, Dio solo sa, quante altre vite umane. L’avaro non è solo ridicolo nella sua alienazione, ma un autentico criminale. I cosiddetti paradisi fiscali creano gli inferni sociali perché rendono infelici sia chi ci guazza dentro sia chi è escluso dall’accesso alle minime condizioni di vita. Solo mettendo al centro la parola di Gesù e la priorità della ricerca del Regno della fraternità nell’unico Padre percorreremo la strada della vera felicità per tutti.
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