Verso la Pasqua
La riflessione sulle letture della domenica.
“Che cos’è la Quaresima?”. Ricordo la risposta che alcuni ragazzi di seconda superiore, qualche anno fa, mi hanno dato: “La Quaresima è un cammino di gioia verso la Pasqua!”. Ed è proprio questa gioia che noi vogliamo sperimentare nella celebrazione della prima domenica di Quaresima: la gioia per il dono della fede, la gioia per la vicinanza di Dio, la gratitudine per il dono della tenerezza di Dio e il desiderio di esprimerla. Un cammino che anche oggi la Chiesa propone a tutti per aiutarci a ridare significato alla nostra vita e alla nostra fede. E lo fa con molto realismo, conoscendo la nostra fragilità di creature, ma nello stesso tempo facendoci sperimentare la forza del Signore che ci salva con la sua morte e risurrezione. La Parola di Dio che ci viene proposta ci pone chiara- mente davanti alla fede di Gesù e alla fede degli apostoli. E tutto questo è preparato dalla prima lettura in cui viene proclamata la fede del popolo ebreo come “memoria” di avvenimenti.
“Mio padre era un arameo errante. Scese in Egitto… gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono… il Signore vide la nostra umiliazione… il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente… e ci condusse in questo luogo dove scorre latte e miele”. Israele parte dalla consapevolezza di essere nomade e pellegrino, ma “scelto da Dio” e condotto a passare dalla schiavitù alla libertà fino alla terra promessa. Fare memoria di questa storia è rinnovare l’alleanza con Dio che ha chiamato, che ha liberato, che ha portato a salvezza. In questo modo Israele vince la tentazione di ritenersi orgogliosamente il padrone della terra, il Signore assoluto dei propri beni. Il Vangelo ci parla dello Spirito che ha condotto Gesù nel deserto, dove viene tentato, ma ne esce vittorioso. Anche noi siamo chiamati ad entrare nel deserto della nostra vita, sapendo che dovremo affrontare la tentazione, ma sapendo anche che non saremo abbandonati a noi stessi nelle difficoltà, perché la Sua presenza accogliente dà forza e coraggio per essergli fedeli.
La prima tentazione. Pensare di potersi sfamare unicamente delle sole cose del mondo è pura follia. Il pane che sazia tutte le fami si trova imparando ad assimilare i desideri di Dio e ad alimentarsi del nutrimento di Dio. Gesù, che non ha mai compiuto miracoli per sé, ma solo per aiutare altri e rendere credibile la via intrapresa, rifiuta di accaparrarsi le persone col ricatto del nutrimento. La seconda tentazione. È il miraggio di essere come Dio, perdendo il contatto con la realtà; il possesso di beni e del tempo come garanzia di realizzazione di sé, nonché il potere come strumento di schiavitù degli altri. La madre di tutte le tentazioni è considerare Dio ciò che non lo è, e considerare l’unico Dio come superfluo per la propria esistenza. Ben sa, il Tentatore, che se non ci si prostra al vero Dio, ci prostriamo ad altri idoli, ma anche veniamo distrutti dai nostri stessi idoli. La terza tentazione. È quella di pretendere da Dio un miracolo spettacolare. “Buttati, verranno gli angeli!”. Quante volte ho preteso anch’io questo miracolo e… non è venuto! Mi ha aiutato molto allora una frase di Bonhoefer, martire dei lager, che dice: “Dio non ti salva dal dolore, ma nel dolore, non ti salva dalla croce, ma nella croce, come ha fatto con Gesù”. Nella prova il Signore è con me. Forse non risponde a tutto ciò che chiedo, eppure avrò tutto ciò che mi serve. E questo è proprio un cammino verso la gioia della Pasqua!
Don Piergiorgio Sanson
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