GIUBILEO DEI MALATI: a sorpresa anche papa Francesco
Accolto da un fragoroso applauso delle migliaia di fedeli presenti
Agenzia Sir
07/04/2025

“Buona domenica a tutti! Buona domenica a tutti! Grazie tante!”. Sono le parole pronunciate da papa Francesco, apparso a sorpresa domenica 6 aprile sul sagrato di piazza San Pietro al termine della messa per il Giubileo degli ammalati, presieduta da mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione, che poco prima aveva letto l’omelia preparata proprio dal Santo Padre per l’occasione. In sedia a rotelle e con le cannule nasali, il Papa – accompagnato dal suo infermiere personale, Massimiliano Strappetti – ha percorso il tratto che lo separava dalla postazione al centro del palco. Accolto da un fragoroso applauso delle migliaia di fedeli presenti, ha poi benedetto la folla e salutato alcune persone. Malato tra i malati, il Santo Padre con questa sua prima uscita pubblica ci ha tenuto a condividere l’appuntamento giubilare che più si riferisce alla sua attuale condizione di convalescente, in cui si trova da due settimane dopo il ricovero di 38 giorni al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale. Poco prima di comparire a sorpresa in piazza San Pietro – ha riferito infatti la Sala Stampa della Santa Sede – si è unito al pellegrinaggio giubilare degli ammalati e del mondo della sanità: ha ricevuto il sacramento della riconciliazione nella basilica di San Pietro, si è raccolto in preghiera e ha attraversato la Porta Santa, pellegrino tra i pellegrini. L’ultima immagine pubblica del Papa, fino ad oggi, dopo il ricovero del 14 febbraio, risaliva al suo affaccio dal balcone del nosocomio romano, il 23 marzo, quando è stato dimesso con l’indicazione di trascorrere la convalescenza in dimissione protetta e ha fatto poi ritorno a Casa Santa Marta.

Il testo dell’omelia

“La malattia è una delle prove più difficili e dure della vita, in cui tocchiamo con mano quanto siamo fragili”, si legge nel testo preparato per l’omelia della messa in piazza San Pietro in occasione del Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità, letto da mons. Fisichella. “Anche in questi momenti, Dio non ci lascia soli e, se ci abbandoniamo a lui, proprio là dove le nostre forze vengono meno, possiamo sperimentare la consolazione della sua presenza”, assicura il Papa: “Perciò a Lui possiamo dire e affidare il nostro dolore, sicuri di trovare compassione, vicinanza e tenerezza”. “Permettete che la presenza dei malati entri come un dono nella vostra esistenza, per guarire il vostro cuore, purificandolo da tutto ciò che non è carità e riscaldandolo con il fuoco ardente e dolce della compassione”, le parole rivolte ai medici. “Con voi, poi, carissimi fratelli e sorelle malati, in questo momento della mia vita condivido molto: l’esperienza dell’infermità, di sentirci deboli, di dipendere dagli altri in tante cose, di aver bisogno di sostegno”, quelle indirizzate ai malati: “Non è sempre facile, però è una scuola in cui impariamo ogni giorno ad amare e a lasciarci amare, senza pretendere e senza respingere, senza rimpiangere e senza disperare, grati a Dio e ai fratelli per il bene che riceviamo, abbandonati e fiduciosi per quello che ancora deve venire”. Per Francesco, “la camera dell’ospedale e il letto dell’infermità possono essere luoghi in cui sentire la voce del Signore.

Il testo dell’Angelus

Anche nel testo preparato per l’Angelus il Santo Padre fa cenno al suo ricovero e all’attuale convalescenza, come tempi in cui – scrive – “sento il dito di Dio e sperimento la sua carezza premurosa”. “E prego per i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari, che non sempre sono aiutati a lavorare in condizioni adeguate e, talvolta, sono perfino vittime di aggressioni”, prosegue il Papa: “La loro missione non è facile e va sostenuta e rispettata. Auspico che si investano le risorse necessarie per le cure e per la ricerca, perché i sistemi sanitari siano inclusivi e attenti ai più fragili e ai più poveri”.