+++ Aggiornamento dell'1 febbraio +++
Gli organizzatori ci comunicano che a "causa indisposizione del Prof. Vallerani, l'incontro è stato annullato. L'incontro sarà riprogrammato e recuperato appena possibile. Siamo dispiaciuti e ci scusiamo".
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Domenica 2 febbraio riprendono a Rua di Feletto presso la Galleria dell’Eremo gli appuntamenti della seconda edizione di "Filò | Laboratorio tra umanesimo e scienza", progetto culturale della Fondazione Artistica (direzione scientifica Elena Pessot) in collaborazione e con il patrocinio del Comune di San Pietro di Feletto. Dopo le passeggiate storico-naturalistiche e laboratori autunnali, salutate da una grande ed entusiastica partecipazione di pubblico di tutte le età, tra febbraio e marzo si svolgeranno incontri pubblici e laboratori per stare insieme e capire il presente ed immaginare il futuro a contatto con la bellezza e la storia del Feletto, cuore del sito Unesco “Le colline del prosecco Conegliano e Valdobbiadene”. Filò non è un festival, ma un laboratorio dove persone, idee, generazioni e conoscenze possono incontrarsi, confrontarsi e fare conoscenza nelle stagioni (autunno e inverno), in cui un tempo, non così lontano, si faceva Filò e conoscere un territorio, sospeso tra mare e montagna, modellato dall’operosità dell’uomo.
Parola guida di questa seconda edizione è Riconnessione. Si tratta di una parola entrata oramai nel lessico digitale, che racconta il nostro bisogno (e l’urgenza) di riprendere il dialogo con la fisicità (il nostro corpo, noi stessi, gli altri, i luoghi, ciò che ci circonda); in una parola racconta la nostra sete di bellezza
Il tema verrà affrontato da prospettive diverse e in modi insoliti. Il primo appuntamento domenica 2 febbraio alle 16.30 è dedicato all’acqua e all’emozioni che suscitano in noi i luoghi d’acqua. Francesco Vallerani, Professore già Ordinario di Geografia e Responsabile Cattedra Unesco Water Heritage and Sustainable Development | Univ. di Venezia Ca’ Foscari e le improvvisazioni musicali del maestro Joaquin Janina esploreranno l’idrofilia ossi quel patrimonio di memorie ed emozioni oggi in sofferenza per i cambiamenti climatici, ma farmaco potente «curare» e salvare i luoghi d’acqua e non; l’unicità delle acque trevigiane sono un racconto meraviglioso e vivo di questa nuova via.