
Nella sera di giovedì 17 luglio il Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio pastorale per gli affari economici della parrocchia di Vazzola hanno approvato (12 voti a favore, 2 contrari e un astenuto) la proposta del sindaco Alessandro Brait per la transizione della scuola dell’infanzia "Maria Bambina" dalla parrocchia al Comune, che si perfezionerà nell’anno scolastico 2026/2027. Quello di giovedì sera è stato l’ultimo atto di un percorso iniziato nel 2024 (circa una ventina di incontri) che ha coinvolto diversi soggetti partecipi della vita della scuola dell’infanzia (dai Consigli pastorali, alle maestre, sino alla Fism, alla diocesi e al Vescovo). Il legale rappresentante della scuola è don Alberto Basso, parroco delle tre parrocchie del Comune ed anche della parrocchia di Tempio di Ormelle.
La storia della scuola. Con l'arrivo delle suore della Carità di Maria Bambina, nel 1903 parte il primo asilo a Vazzola, presso il palazzo Tiepolo, che venne acquistato dall'Istituto delle suore di Carità. Nel 1966 l'asilo si trasferisce nella nuova scuola materna. Le suore di Maria Bambina lasciano la scuola nel giugno 1998 e, a settembre dello stesso anno, parte la scuola dell'infanzia a gestione parrocchiale: nel 2001 la parrocchia acquisterà l’intera scuola dalle suore.
La proposta del Comune. Nel luglio 2024, il sindaco di Vazzola, Alessandro Brait, si fa avanti e chiede al parroco di valutare la proposta di lasciare la gestione della scuola all’ente pubblico. Il Comune si impegna, dal canto suo, a pagare un affitto a beneficio della parrocchia. Alla parrocchia resta l'impegno di aiutare le maestre e il personale della scuola a ricollocarsi nel lavoro.
Ragioni a favore della transizione. Una prima ragione è di natura demografica: il calo delle nascite nel Comune di Vazzola c’è, anche se non è stato costante, mentre dal 2023 diventa evidente, se non brusco. La scuola ha mantenuto e addirittura aumentato i suoi iscritti nel biennio 2023-2024, ma per l'effetto della chiusura della scuola dell’infanzia parrocchiale di Visnà (nel 2022) e il trasferimento dei bambini di Visnà a Vazzola. A partire dal 2025/2026 sarà evidente l'effetto della denatalità: si dovrebbe passare da 117 a 95 bambini iscritti. Per il 2026/2027 si possono prevedere circa 80 iscritti, senza sapere quanto inciderà il sorgere delle nuove scuole dell'infanzia statali di San Polo e di Cimadolmo, che progressivamente entreranno a regime (e anche «in competizione» con le scuole vicine).
Una seconda ragione riguarda l’aspetto finanziario. Alla crisi demografica, si aggiungono come conseguenza le difficoltà economiche della scuola. La parrocchia ha un mutuo da pagare, un campanile da riformare e non può indebitarsi ulteriormente: la scuola, se fosse necessario, dovrebbe aumentare le rette.
Non senza rilievo è la gestione della rete di relazioni dei volontari, sempre più difficile e necessaria per il funzionamento di una scuola dell’infanzia parrocchiale; c'è poi in futuro la prospettiva secondo la quale nell’intera Unità pastorale, costituita da sei parrocchie, vi sia un solo parroco, con la conseguente difficoltà ad amministrare adeguatamente, in qualità di legale rappresentante, tutte le scuole dell’infanzia parrocchiali.
Le scuole dell’infanzia nelle tre parrocchie. La decisione presa dai Consigli pastorali giovedì non è stata senza sofferenza, perché si tratta di una buona scuola che ha una lunga storia di servizio educativo che giunge al termine. La scelta, tuttavia, va nella direzione di considerare le scuole dell’infanzia all'interno di un quadro più ampio, come quello dell’Unità pastorale. La scuola dell’infanzia "Maria Bambina" non è l’unica all’interno del Comune di Vazzola: vi è anche la scuola dell’infanzia "Divina Provvidenza" di Tezze, con annesso nido integrato "Sorriso di Papa Luciani", di proprietà della parrocchia (per questa scuola non è in atto alcun tipo di transizione).
Alle comunità cristiane del comune rimane la possibilità di usufruire, sostenere e accompagnare la scuola parrocchiale di Tezze, e di lasciare in gestione al Comune quella di Vazzola. Tenendo presente, come ha avuto modo di dire il Vescovo, mons. Riccardo Battocchio, che «lasciare la gestione della scuola al Comune non significa disinteressarsene, ma continuare a sostenerla e ad aiutarla, come ogni cristiano è chiamato a fare con le realtà importanti della società civile, nella logica del lievito che fa fermentare tutta la pasta». AM