
Martedì 11 marzo alle 15 nella sede dell’UTE Sacile, in occasione della Giornata della donna si tiene l’incontro dal titolo “Anita Pittoni: l’arte di inventare sé stessa”, con l’intervento di Luisa De Santi, sulla figura e l’opera della scrittrice triestina che ebbe grande successo anche nell’ambito dell’arte tessile.
Anita Pittoni (Trieste, 1901–1982) è stata una scrittrice, editrice e pittrice che ha svolto un ruolo significativo nella vita culturale ed artistica triestina tra gli anni Trenta e gli anni Settanta.
Nel dicembre del 1929 presentò la sua prima mostra personale a Roma presso la galleria di Anton Giulio Bragaglia, dove espose murales, tele decorative e costumi scenici, utilizzando materiali poveri. Dal 1929 iniziò a scrivere articoli sull'arte per la rivista “Domus”. Nel 1936 ricevette la Medaglia d'oro della Mostra dell'Artigianato a Milano, e l'anno dopo vinse il Gran Prix dell'Esposizione universale di Parigi.
Nel 1949 fondò la casa editrice “Lo Zibaldone”, sostenuta da Giani Stuparich, Virgilio Giotti, Umberto Saba, Pier Antonio Quarantotti Gambini e Luciano Budigna.
Con la sua casa editrice pubblicò alcune sue opere, come Le stagioni (1951), El passeto (1966), A casa mia, La città di Bobi, nonché il racconto Passeggiata armata (1971). Inaugurò inoltre un salotto letterario presso la sua casa, al quale partecipavano sia personalità della classe intellettuale triestina che altre provenienti dal resto di Italia che si recavano occasionalmente in città. Dopo la morte del suo collega e compagno di vita Giani Stuparich, Pittoni gli dedicò il Centro di Studi Triestini da lei fondato, il quale custodisce archivi e fonti storiche e bibliografiche. Le difficoltà finanziarie la videro costretta ad interrompere la sua attività editoriale nel 1971, ma negli ultimi anni di vita riuscì tuttavia a pubblicare alcuni articoli su “Il Piccolo”. Morì in solitudine all'ospedale La Maddalena di Trieste nel 1983.