REVINE-TARZO: salvataggio anfibi, cercasi volontari
In provincia in vent'anni salvati 400 mila esemplari
Redazione Online
15/02/2025
Posa delle reti salva-anfibi

Dalla notte dei tempi, con i primi tepori che annunciano l’imminente primavera e i primi acquazzoni, gli anfibi si destano dal letargo e a decine di migliaia migrano verso i corsi d’acqua/stagni a deporre le uova per la riproduzione. Nel farlo gli animali percorrono spesso molti chilometri e purtroppo in diverse circostanze sono costretti ad attraversare le strade dove moltissimi di loro vengono investiti dalle automobili e muoiono in modo terribile.

Il rospo comune (Bufo bufo) è la specie più numerosa e quindi la più colpita dal traffico. Dato che intere popolazioni di anfibi si mettono in moto in contemporanea e che questi animali camminano lentamente (occorre anche una decina di minuti per attraversare una strada), possono verificarsi dei veri e propri "massacri", con la conseguente estinzione di intere popolazioni locali. Pagano il prezzo salatissimo di essere piccoli e, poiché prevalentemente notturni, cioè “invisibili”, la loro esistenza è quasi totalmente ignota ai più con il risultato che si sottovaluta il valore dalla loro presenza nell’ambiente. Questi “animaletti”, cibandosi d’insetti sono preziosissimi per l’agricoltura inoltre, rappresentano un importantissimo indicatore dello stato di salute dell’ambiente e della sua biodiversità.

La fortissima antropizzazione del territorio trevigiano con la conseguente distruzione degli habitat di riproduzione ha causato la loro quasi totale scomparsa dalla pianura relegandone la presenza a sole due aree della pedemontana: il Montello e i Laghi di Revine, entrambe sottoposte a vincolo e designate dalla UE come S.I.C. (Sito d'Importanza Comunitaria).

Nell’area di migrazione del Montello, seguita dall’associazione Sos Anfibi, le zone interessate si trovano lungo la Panoramica e nel Laghetto Benzoi nei comuni di Crocetta e Volpago del Montello, al Bosco del Fagaré a Cornuda, in zona Asolo Golf Club a Cavaso del Tomba e al Laghetto Antille a Treviso.

Per l’area dei Laghi di Revine, le zone interessate sono: lungo la SP 35 lato nord dei laghi fino in località Soller di Cison di Valmarino, il tratto di Colmaggiore di Tarzo e lungo la SP635, dalla distilleria Da Ponte alla rotonda di via Maset nel comune di San Pietro di Feletto per un totale di circa 4 Km.

Il salvataggio degli anfibi in provincia da parte dei volontari, è iniziato nel 2003 - questo è sarà il 23° anno – da allora, nell’area dei Laghi di Revine, sono stati salvati oltre 400mila esemplari.

Il periodo del salvataggio può iniziare alla metà febbraio/primi di marzo e si protrae per 1,5/2 mesi. L’azione dei volontari è svolta ogni sera da poco dopo il tramonto per ca. 2-3 ore.

Come ad ogni stagione i volontari si appellano alla sensibilità e al senso civico dei singoli cittadini e/o associazioni locali disponibili a svolgere azioni concrete di protezione dell’ambiente.

L’orario va da subito dopo il tramonto (ora dalle 17.30) e si prosegue per un paio d’ore

Il salvataggio si compie su strade anche molto trafficate, con tratti privi d’illuminazione pubblica, in condizioni meteo a volte molto difficili, con forti piogge e visibilità limitata, si consiglia quindi un abbigliamento adeguato al clima e soprattutto ad alta visibilità. Ciascun partecipante si rende responsabile della propria attività.

L’operazione da compiere è semplicissima ed alla portata di tutti, basta percorrere il bordo delle carreggiata e raccoglierli dal fossato prima che raggiungano la strada o dalle reti anti-attraversamento, riporli in un secchio per poi liberarli al lato opposto della strada.

Chiunque volesse partecipare può chiamare il 347.5931683 (anche Whatsapp e sarete contattati).