L’industria manifatturiera del Veneto orientale continua a registrare segnali di debolezza. A fine 2024, la produzione segna una variazione del -2,6% nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2023 (-0,9% nei primi nove mesi). Nonostante il 57,6% delle aziende preveda stabilità, il calo degli ordinativi (-2,9%) limita la ripresa. Il fatturato interno è sceso del -1,4%, mentre il mercato estero ha registrato una flessione del -2,3%, aggravata dalla crisi dell’automotive e della Germania. Tuttavia, l’occupazione mostra un segnale positivo, con un incremento dell’1,5% nei primi nove mesi.
Questi dati emergono dall’indagine La Congiuntura dell’Industria del Veneto Orientale, condotta da Confindustria Veneto Est e Fondazione Nord Est su un campione di 836 aziende. Il contesto globale, con instabilità in aree cruciali e costi elevati per energia e materie prime, pesa sulla fiducia degli imprenditori. Gli investimenti restano stabili per il 56% delle aziende, ma sono in calo per il 28,2%.
La presidente di Confindustria Veneto Est, Paola Carron, sottolinea l’urgenza di misure per sostenere la crescita. Propone un’aliquota IRES premiale, ridotta dal 24% al 19% per le aziende che reinvestono almeno il 70% degli utili in tecnologia, formazione e welfare.
Carron conclude: “Investire in politiche coraggiose, dalla semplificazione al taglio dei tassi BCE, è essenziale per dare slancio agli investimenti e alla competitività nel 2025. Le imprese, come sempre, sapranno fare la loro parte”.