
Oggi noi credenti, a volte, non curiamo con assiduità lo spirito di preghiera che ci rende consapevoli di essere abitati da Dio. Gesù nel Vangelo ci insegna che il Padre suo è sempre con noi, che nella fede ci aiuta a vivere realmente alla Sua presenza, che il suo Spirito ci conduce sulla soglia del Mistero divino, per rimanere in contemplazione nel silenzio adorante. Nella preghiera Dio ci rivela nel profondo il desiderio di stabilire la relazione con ciascuno di noi per amarci nella gratuità, al di là delle nostre fragilità. Rimanendo davanti a Dio nel silenzio, Egli ci conduce in Cristo verso l’essenza della nostra vita, dove sperimentiamo i nostri confini e, nello stesso tempo, diamo nome al forte bisogno di andare al di là di noi stessi. Contemplando, cioè entrando nel tempio della nostra esistenza animata dallo Spirito, ci possiamo immergere nel cuore Dio che ci ama e che ci aiuta ad aprire il nostro cuore per raggiungere nella contemplazione i confini del mondo.
Nella preghiera chiediamo al Signore di ascoltare la Sua parola, per realizzarla nel quotidiano e per costruire in Lui progetti di comunione ovunque. Meditando il Vangelo, impariamo da Gesù come rimanere in contatto con il Padre che illumina il nostro cammino e ci invia a testimoniare l’amore verso tutti.Nella relazione profonda ringraziamo il Signore per le gioie, per i suoi benefici, per il perdono dei peccati e Gli affidiamo le nostre ansie e le sofferenze. Chiediamo a Lui l’intercessione per donare la salute a chi è malato, la speranza a chi sta soffrendo, la fede a chi non spera, la carità che fa sperimentare tutta la prossimità di Dio a chi è solo, a chi è emarginato, a chi non riesce a dare un significato alla vita, a chi non sperimenta il senso di appartenenza a qualcuno, ad un gruppo, a chi desidera la pace nel proprio cuore e nella storia.La certezza che il Signore cammina con noi, che segue con amore i nostri passi, tenendoci per mano, permette di abbandonarci a Lui affidando le redini della nostra vita, di scoprire in ogni evento o accadimento anche doloroso tutta la Sua vicinanza che orienta il nostro cammino verso il bene, per divenire strumento di comunione in ogni luogo.
Avendo fede nel Padre come Gesù, ci accorgiamo che nulla avviene per caso, anche nei momenti bui, a livello personale o familiare, nel lavoro, nella società. Vivendo in Lui, riconosciamo nella relazione con il Signore tutto ciò che concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno (cfr. Rm 8,28). Infatti “Dio fa tendere ogni cosa al bene di quelli che lo amano, perché li ha chiamati in base al suo progetto di salvezza. Da sempre li ha conosciuti e amati, e da sempre li ha destinati a essere simili al Figlio suo” (Rm 8,28.29).
Intercedere presso Dio è affidarsi a Lui, perché si compia il suo progetto d’amore per l’umanità, anche attraverso ciascuno di noi. Ciò si realizza soprattutto quando, seguendo le orme di Cristo, chiediamo a Lui la capacità di rivolgerci costantemente con fede al Padre, perché, scoprendo di non essere il centro dell’universo, permettiamo al Signore di intercedere nella nostra vita non solo per il bene personale, ma anche per quello dei fratelli e delle sorelle. Quando si è innamorati si avverte che la persona è sempre nel cuore così, coltivando la relazione con Dio in Cristo con lo Spirito, ci scopriamo amati da Lui in qualsiasi stato di vita e sentiamo, quasi per bisogno naturale, di innalzare la nostra preghiera per ringraziarlo sempre.
Diana Papa