AGRICOLTURA: chi conosce i fondi europei li promuove a pieni voti
L’assessore regionale del Veneto Pan: “PSR E fondi FEASR utili per l’84% degli operatori, ma ancora poco conosciuti tra i cittadini”
Chi lo conosce ne apprezza i risultati: oltre il 75% di quanti conoscono il Programma di sviluppo rurale, o che almeno ne hanno un’idea anche indiretta, crede che le strategie regionali di intervento messe in campo per l’agricoltura e l’ambiente, sostenute dai fondi europei, siano utili e abbiano effetti positivi. L’83,7% degli operatori del settore intervistati valuta che Psr e fondi Feasr siano strumenti utili per la propria attività, li ha già sperimentati oppure ha intenzione di farlo.
“I risultati del sondaggio sulla conoscenza e l’utilizzo dei fondi Ue in agricoltura sono incoraggianti – commenta l’assessore regionale all’agricoltura del Veneto Giuseppe Pan, analizzando i dati della rilevazione a campione commissionata allo studio Quaeris srl e segnalata all’Authority per le comunicazioni – Il 94% dei cittadini intervistati guarda favorevolmente alle politiche di sostegno allo sviluppo rurale attuate sinora in Veneto. E il 79,7 per cento degli oltre 200 soggetti portatori di interesse coinvolti nel partenariato regionale – composto dalle rappresentanze istituzionali, economiche, sociali e ambientaliste del sistema dello sviluppo rurale - ha dichiarato di apprezzare le modalità di coinvolgimento attuate dalla Regione. Anzi, quasi i due terzi dei nostri partner istituzionali ritengono aumentate le occasioni di coinvolgimento diretto nella programmazione regionale.”
“Il Psr 2014-2020 e il fondo europeo Feasr hanno attivato in Veneto strategie e interventi per oltre 853 milioni di euro già impegnati– ricorda Pan –. Siamo di fronte all’intervento finanziario più cospicuo tra gli ultimi cicli di programmazione europea, che porta ad investire mello sviluppo rurale del Veneto 1169 milioni di euro. E stiamo dimostrando di utilizzare questi fondi al meglio, arrivando ad impegnare buona parte della spesa prevista prima della scadenza prefissata dal 2020. Era giusto, quindi, tastare il polso dell’opinione pubblica per capire il grado di conoscenza del programma di sviluppo rurale e cogliere le valutazioni degli operatori e dei semplici cittadini, che sono i primi azionisti dell’investimento, in qualità di contribuenti, e i beneficiari finali. Se il Veneto può contare su un’agricoltura di qualità che produce prodotti sani a prezzi competitivi, se investe sul paesaggio, sull’ecosistema, sulla riforestazione e l’ottimizzazione della risorsa idrica, se il lavoro agricolo si diversifica e si integra anche con attività di turismo, di accoglienza, di produzione energetica e di riqualificazione ambientale, a beneficiarne non sono solo i produttori, ma l’intera collettività”.
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