CHIESA: lettera alla parrocchia "senza prete"
Pubblicata a conclusione del convegno annuale del Cop
Al termine della 69a Settimana nazionale di aggiornamento pastorale sul tema “Parrocchia senza preti – Dalla crisi delle vocazioni alla rinnovata ministerialità laicale” - organizzata da Centro di orientamento pastorale e svoltasi a fine giugno a “Villa Immacolata” di Torreglia (Pd) – è stata pubblicata una lettera alla parrocchia “senza prete”. Ecco il testo.
Carissima parrocchia “senza prete”,
sono stato dalle tue parti domenica per una buona scorribanda con la mia automobile e sono passato davanti alla tua chiesa in un bel paesetto di montagna sopra la valle in cui ho casa. Erano le 10.30/11 suonavano le campane, un po’ di gente spegneva la sigaretta sul sagrato ed entrava. Ma guarda che mi posso ascoltare una messa in questo bel paesetto lindo, pulito, pieno di fioriere! e sono entrato anch’io perché talvolta sento di avere qualche domanda che mi gira per la testa e qualche sussurro di coscienza da ricuperare; non sono un praticante, mia moglie e i mei ragazzi ci vanno più di me.
Vedo quattro coppie di genitori che cantano, i ragazzi li seguono e suonano bonghi e chitarre, le mamme tengono i più piccoli e dopo il canto mi aspetto di vedere il prete che entra o forse non l’ho visto tra quei genitori. Sta di fatto che cominciano a leggere ad alta voce, tutti fanno silenzio, una lettura mi pare il vangelo: racconta di un riccone che invita tutti a fare una festa e nessuno ci vuol andare. Intervengono tutti, dicono la loro, io non mi permetto di parlare perché mi sento molto estraneo, ma un poco alla volta mi tirano dentro; vedono che sono forestiero, mi fanno accomodare più avanti, stringo un po’ di mani, guardo i bimbetti. Trovo una serenità e una solidarietà impensabili. A un certo punto tutti si danno la mano e dicono una preghiera che devo aver imparato anch’io all’asilo, metto anche le mie mani a disposizione. E ci si abbraccia tutti, i bambini pure mi vengono a dare la mano. Un papà gira con un vaso sacro e fa la comunione. La prendo pure io come faccio qualche volta quando vado in chiesa con mia moglie e i bambini.
C’è un problema nel paese, manca l’acqua nelle case da qualche giorno e si decide che chi di loro se ne intende per il suo lavoro si darà da fare col sindaco e si offrirà per aggiustare. Una mamma piange per sua figlia che non torna a casa da due giorni e chiede che qualcuno l’aiuti a cercarla. Un giovane ‘sta settimana ha gli esami e chiede preghiere. Un nonno e una nonna si mettono a disposizione al pomeriggio per tenere i bambini più piccoli, mentre tutti sono invitati a valle dal prete. Ecco finalmente sento parlare di un prete. Me ne ero dimenticato. Faccio mente locale che lì non s’è fatta messa.
Ho trovato la serenità che cercavo, un calore umano che da un po’ non provavo, una domanda che mi andava al fondo della coscienza e mi diceva: ma questo Dio esiste ancora. Loro ne erano sicuri e me lo hanno dimostrato.
Vi ringrazio, mi avete aiutato a ritrovare Dio, mi è ritornata la nostalgia di un prete con l’ostia in una mano e un calice nell’altra, che mi hanno sempre sempre fatto pensare al Calvario e ai miei innumerevoli dolori della vita.
Mi è montata questa nostalgia, ma non mi è mancata la pace di Dio e la gioia di una comunità. Grazie “parrocchia senza prete” chiederò a mia moglie e ai miei bambini come vi possiamo partecipare anche noi.
Un papà che cerca e non si accontenta della nostalgia
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