CISL TREVISO: più controlli per prevenire gli omicidi sul lavoro
Dopo l'ennesima tragedia
“Il peggior modo per iniziare il 2023 è riprendere la conta degli omicidi sul lavoro, perché di questo si tratta: di omicidi. E per questo è necessario che vengano rafforzate le pene per chi non rispetta le norme sulla sicurezza e la tutela dei lavoratori, con l’introduzione di una aggravante per l’omicidio colposo”. È il commento di Massimiliano Paglini, segretario generale della Cisl Belluno Treviso, di fronte all’ennesima tragedia sul lavoro che la sera di lunedì scorso alla cava del lago le Bandie, a Lovadina di Spresiano, ha strappato alla vita Andrei Perepujnii, 31 anni, papà di una bimba di soli 4 anni.
Non solo sono necessarie pene più severe secondo Paglini, ma anche “un rafforzamento degli organici di tutti gli enti ispettivi affinchè possano essere effettuati tutti i necessari controlli sia agli impianti e ai macchinari in funzione nelle fabbriche e nei cantieri che in relazione al rispetto delle misure di sicurezza e all’utilizzo dei dispositivi”. “È fondamentale - sottolinea il segretario generale della Cisl territoriale - mettere in atto quanto definito nel protocollo sottoscritto con la Ulss 2 per la prevenzione e la sicurezza alla fine dell’anno scorso, documento che prevede anche la verifica dei rischi per macchinari e impianti attraverso il coinvolgimento dei rappresentanti sindacali per la sicurezza”.
I rappresentanti di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, le Federazioni che rappresentano i lavoratori del settore delle costruzioni, si sono recati questa mattina nel luogo dell’incidente per effettuare una visita ispettiva, ma l’azienda non ha permesso loro l’accesso, assicurando che sarebbero stati contattati successivamente per un incontro con i vertici aziendali.“Siamo in attesa della convocazione - spiega Marco Potente, segretario generale della Filca Cisl Belluno Treviso - che speriamo arrivi al più presto. Al momento non è chiara la dinamica dell’incidente, soprattutto non è chiaro il motivo per cui il lavoratore si trovasse da solo né perché si siano accorti solo a fine turno della tragedia”.“Quello che è certo - prosegue Potente - è che le cave sono ambienti di lavoro particolarmente pericolosi, che necessitano di particolare prudenza e sorveglianza e che spesso i sistemi di escavazione sono obsoleti e non sono stati rinnovati dopo la crisi che ha colpito il settore nel 2008: la crisi dell’edilizia di quel periodo ha colpito duro le cave, molte sono state chiuse o hanno interrotto l’attività per un lungo periodo, per poi riaprire in fretta e furia con il boom dell’edilizia di questi ultimi anni, magari con impianti vecchi e non adeguati alle nuove esigenze”.
(comunicato stampa)
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento