È dal 1999 che, per volere dell’ONU, ogni anno il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una giornata simbolica, ma soprattutto l’occasione per ricordare che la violenza di genere è ancora una realtà troppo diffusa anche sul nostro territorio, e per rafforzare l’impegno per estirparla.
DONNE E LAVORO
I dati sull’occupazione al femminile fotografano un territorio ancora in fondo alla classifica europea.
I dati trevigiani sulla partecipazione femminile al mondo del lavoro e dell’impresa non sono incoraggianti: solo il 20% delle imprese a Treviso è a guida femminile contro la media italiana del 22% ed europea del 30%.
Va leggermente meglio l’analisi dei dati delle donne occupate nella nostra provincia che rappresentano il 59% del totale, superiore alla media italiana (49%) ma ben al di sotto della media UE (62%).
Si aggiungono poi gli effetti della pandemia che ha colpito il lavoro femminile in modo più pesante.
Eppure il lavoro rimane la principale fonte di riscatto per le donne, a cui si guarda nella battaglia contro la violenza di genere.
«In questa Giornata che desidera affermare con vigore la necessità di intervenire per eliminare ogni forma di violenza contro le donne, riflettere su questi dati è importante – afferma Ilaria Pempinella, coordinatrice di CNA Impresa Donna Treviso –. La dipendenza economica dal proprio partner è uno dei fattori da non sottovalutare che spinge purtroppo molte donne a non interrompere le relazioni violente nelle quali si trovano, ostacolando di fatto la loro uscita da situazioni di violenza domestica. L’emancipazione socio-economica femminile rappresenta un tassello importante nella lotta a questo fenomeno aberrante».
A confermare la stretta spirale fra violenza e dipendenza economica c’è anche la fotografia proposta dall’ultimo report disponibile di D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza (2020): solo il 36% delle donne che si rivolge ad un centro antiviolenza può contare su un reddito sicuro; del restante 64%, purtroppo, circa la metà è a reddito zero. Oltre alle violenze psicologica e fisica infatti, una donna su tre è anche vittima di “violenza economica”, un tipo di violenza riconosciuta e ratificata nella Convenzione di Istanbul del 2011 all’articolo 3: “L’espressione “violenza domestica” designa tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali oprecedenti coniugi o partner.”
«Favorire l’inserimento lavorativo delle donne ha dunque un ruolo fondamentale nella lotta alla violenza di genere. Per questo è importante che le istituzioni e le parti sociali continuino a lavorare sempre più convinte in questa direzione – continua la coordinatrice Pempinella -. È molto positivo che nel PNRR vi siano specifici passaggi sulle donne e sulle lavoratrici autonome e che siano previste, per loro, le determinate linee di intervento e che il presidente Draghi abbia annunciato nuove risorse per favorire l’indipendenza economica delle donne, tra cui, auspichiamo ci siano sgravi fiscali per chi assume donne».
CNA Impresa Donna, dal canto suo, è da sempre impegnata nella promozione dell’imprenditoria femminile e nel supporto alle donne imprenditrici.
Oltre a un maggiore sostegno all’imprenditoria “in rosa”, CNA Impresa Donna Treviso auspica che l’accesso al credito sia più fluido e che venga attivato il microcredito imprenditoriale, che vengano previsti sgravi per l’imprenditoria femminile e concessione di mutui a tasso zero a favore di iniziative finalizzate al consolidamento di aziende condotte da donne.
(fonte: comunicato stampa)
foto SIR/Marco Calvarese