Mattinata di festa in discoteca, ieri, per 500 persone diversamente abili, ospiti dei vari centri del Distretto Treviso dell’Aulss 2. Anche quest’anno è stato riproposto con successo l’evento, organizzato dai Servizi Sociosanitari alla discoteca l’Odissea di Spresiano, messa a disposizione con il personale dai titolari. Insieme ai protagonisti, anche numerosi studenti, futuri operatori dei servizi sociali, appartenenti a 3 classi dell’Istituto Besta di Treviso.
L’iniziativa, iniziata alle 9.30 e proseguita per tutta la mattinata, nasce dalla collaborazione tra i servizi per la disabilità dell’Azienda ULSS 2 marca Trevigiana e la proprietà del locale che, con grande disponibilità e sensibilità, ha messo a disposizione gli ambienti, i DJ e ha offerto il rinfresco. Nel corso della mattinata si sono recati a portare il saluto dell’azienda sanitaria anche il Direttore generale Francesco Benazzi e il Direttore sociosanitario Pier Paolo Faronato.
Quest’anno si è trattato della quinta edizione. “Un’esperienza che mi ha già visto presente l’anno scorso e che vedo riscuote tra i ragazzi un notevole successo. Si è confermata un momento di incontro, di festa e di allegria accompagnato dalla musica e dalla possibilità di ballare per tutti. Un’altra occasione gioiosa per avvicinare e conoscere gli utenti dei diversi servizi e delle comunità alloggio dei Servizi sociali insieme ai loro operatori. Non posso che ringraziare i proprietari del locale per la disponibilità in questa consolidata collaborazione e tutto il nostro personale che con passione, oltre al lavoro di tutti i giorni, sa creare anche momenti come questo di grande beneficio per i nostri ospiti perché fa sprigionare tutto il loro entusiasmo e la loro vitalità”.
Un grazie da parte dell’Azienda Ulss 2 anche ai all’ Istituto Tecnico per i Servizi Sociali Besta, che già collaborano con i centri per altre attività. “Gli studenti – prosegue Benazzi - hanno animato la festa proponendo balli e mescolandosi alle persone con disabilità. Un’occasione per scoprire la grande voglia di vita delle persone con disabilità che a loro volta hanno potuto relazionarsi con altre realtà diverse da quelle frequentate normalmente. Non si tratta solo di una festa, quindi, ma di un momento di integrazione con il territorio e le sue opportunità”.