“Vogliamo dare un po’ di fiducia all’economia veneta? Bisogna indicare cosa fare da qui ai prossimi 5 anni? Partiamo da un dato oggettivo allora. Investiamo sugli imprenditori e sulle imprese artigiane che sono riusciti a sopravvivere a questi sette anni terribili. E non sono pochi. Due su tre, in Veneto, in base all’analisi realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Veneto”. E’ quanto ha affermato Giuseppe Sbalchiero, Presidente Confartigianato Imprese Veneto al Forum sulla ripresa economica e le richieste per i prossimi cinque anni, in vista delle regionali del 2015, organizzato dall’ANSA del Veneto ed al quale hanno partecipato anche il Presidente di Confindustria Veneto Roberto Zuccato e quello di Confcommercio Massimo Zanon.
“In base ai dati –ha spiegato- abbiamo avuto conferma che il manifatturiero è quello che ha tenuto meglio (71,2%) ed al suo interno bene la metalmeccanica (75,8%), male la moda, che ha sofferto della aggressività dei laboratori clandestini e della delocalizzazione. Reti, formazione, difesa del made in Italy e sviluppo delle infrastrutture (tradizionali e digitali) sono le battaglie da vincere e, su questi punti –ha concluso Sbalchiero- tutte le organizzazioni dell’industria, artigianato e commercio venete da tempo convergono. La politica nazionale e regionale ne deve tenere conto”.Ma quante delle imprese artigiane attualmente registrate in Veneto (giugno 2014) sono sopravvissute alla crisi iniziata nel 2008? In linea con la crisi dei mutui subprime e con il conseguente fallimento di Lehman Brothers, si è scelto di adottare il 2007 quale anno pre-crisi e di considerare dunque come “sopravvissute” le imprese artigiane iscritte prima del 31 dicembre 2007 che risultano tutt’ora registrate.E’ emerso che gli “eroi” sono circa il 68%, ovvero un’incidenza leggermente superiore rispetto al dato italiano (66,0%).
A livello territoriale è l’artigianato bellunese quello che risulta aver meglio sopportato questi anni (71,4%). Seguono con leggero distacco Treviso (69,5%), Venezia (68,9%) e Padova (68,5%). Rovigo è invece quella che ha riportato l’incidenza più bassa (64,4%).Suddividendo il dato veneto per comparti (e tralasciando il dato pari a 72,5% del comparto residuale Altro), notiamo valori al di sopra della media regionale in capo al Manifatturiero (71,2%) e ai Servizi alle Persone (69,3%).
Il comparto che ha “tenuto meno” è stato quello delle Costruzioni (65,9%).Scendendo poi nello specifico delle varie lavorazioni/mestieri, è il settore della Fabbricazione di prodotti in metallo (quello che pesa maggiormente sul comparto manifatturiero 7.630 imprese su un totale di 35.688) ad aver resistito meglio. Il 75,8% delle aziende è nato prima del 31 dicembre 2007. Anche altri importanti settori manifatturieri hanno evidenziato una buona tenuta: è il caso dell’Industria del legno e dei prodotti in sughero (83,1%), della Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali (80,0%), della Fabbricazione di mobili (78,3%), della Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca (76,8%) e delle Industrie alimentari (73,7%).In sofferenza invece l’importante settore della Confezione di articoli di abbigliamento. Solo il 53,8% di imprese sono “sopravvissute”.
Si tratta di una delle incidenze più basse del comparto e può essere spiegato da un forte fenomeno di sostituzione dei laboratori avvenuto a favore di imprese a conduzione cinese.Guardando ai tre settori del comparto delle costruzioni notiamo che la percentuale più bassa di imprese “sopravvissute” riguarda i Lavori di costruzione specializzati (64,3%); seguono Ingegneria civile (70,4%) e la Costruzione di edifici (72,5%).Relativamente ai Servizi alle Imprese, l’importante settore del trasporto terrestre e mediante condotte (8.543 imprese su un totale del comparto di 16.315) ha evidenziato una buona tenuta rispetto alla crisi: ben l’80,7% delle imprese è “sopravvissuta”.
Altri importanti settori, quali le Altre attività professionali, scientifiche e tecniche (52,5%) e le Attività di servizi per edifici e paesaggi (43,6%) hanno invece mostrato quote di incidenza decisamente più basse.Nei servizi alla persona, il rilevante settore delle Altre attività dei servizi per la persona (parrucchieri, estetiste e lavanderie), rappresentativo del 46,5% del comparto, ha riportato una buona tenuta rispetto al crisi: il 71,5% delle imprese attualmente registrate si è infatti iscritto prima del 31 dicembre 2007. Una buona percentuale di “sopravvissute” (77,5%) interessa anche un altro importante settore del comparto, ovvero del Commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli. Di converso, le attività dei servizi di ristorazione (altro settore rilevante del comparto) hanno evidenziato una percentuale bassa di “sopravvissute” pari nel dettaglio al 49,2%.