DIOCESI: l'ultimo saluto a don Alfonso Antoniazzi
La mattina del 23 dicembre nella chiesa di Soligo
"Non lascio testamenti spirituali. Basta la mia vita!”. Così scriveva don Alfonso Antoniazzi due anni fa, nell’ultimo testamento redatto. «Effettivamente la vita di don Alfonso ha di che costituire davvero, già in se stessa, un testamento spirituale – ha sottolineato il vescovo Corrado nell’omelia della liturgia eucaristica di commiato il mattino di lunedì 23 dicembre nella chiesa di Soligo –. Una vita dedicata alla chiesa diocesana e ai vari servizi che via via gli sono stati domandati, ai quali si dedicava con intelligenza, e generosità senza riserve». Nato a Soligo nel 1929, percorse tutto il normale curriculum di preparazione al sacerdozio nel Seminario di Vittorio Veneto venendo ordinato presbitero da monsignor Zaffonato nel 1953, a 24 anni appena compiuti. Non svolse mai un ministero di parroco, ma fin da subito dopo l’ordinazione gli furono richiesti compiti di insegnamento e di formazione: insegnante alla Scuola apostolica di Oderzo, in Seminario, in entrambi i collegi vescovili Balbi-Valier e Dante. Chi lo ebbe come docente ne ricorda la particolare capacità pedagogica di comunicare con efficacia i contenuti delle varie discipline. Contemporaneamente un altro grande ambito di impegno fu quello formativo, soprattutto con l’Azione cattolica, al cui servizio si dedicò per molti anni sia come assistente nei vari settori sia come assistente generale dal 1970 al 1976. Fu poi per parecchi anni direttore della Casa dello studente di Conegliano e successivamente – dal 1995 fino al 2011 – direttore della Casa del clero di Vittorio Veneto e incaricato di seguire e accompagnare i sacerdoti infermi.
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