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Decreto sicurezza bis: ecco cosa prevede su immigrazione e manifestazioni pubbliche

Ora dovrà essere approvato anche dal Senato

Decreto sicurezza bis: ecco cosa prevede su immigrazione e manifestazioni pubbliche

È stato approvato dalla Camera dei Deputati il decreto Sicurezza bis con il risultato di 322 sì, 90 no e un astenuto. 17 deputati del Movimento 5 Stelle non hanno partecipato al voto, e anche il presidente Roberto Fico è uscito dall'Aula poco prima della votazione.

Il decreto che contiene “disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica”, noto alle cronache come decreto sicurezza bis (un primo decreto sicurezza è stato approvato nel novembre scorso), dopo il voto della Camera attende il passaggio in Senato per la definitiva conversione in legge. Ma dato che i termini di scadenza sono molto stretti e che il testo è stato blindato dai partiti di maggioranza (come dimostra la questione di fiducia posta a Montecitorio), è del tutto ragionevole ritenere che a Palazzo Madama non saranno apportate variazioni rispetto ai 18 articoli approvati dai deputati.

Il provvedimento si occupa prevalentemente di immigrazione e di manifestazioni pubbliche. E’ soprattutto sul primo tema che si è concentrata la comunicazione politica dei proponenti, all’insegna di una “stretta” sulle operazioni di soccorso operate in mare dalle Ong, che a ben vedere risultano essere il bersaglio sostanziale del decreto.

La legge di conversione, peraltro, ha ulteriormente aggravato gli aspetti punitivi del testo originario che pure già aveva sollevato molte critiche da parte di giuristi, operatori, associazioni e organismi internazionali.

La sanzione pecuniaria per il comandante della nave “in caso di violazione del divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane” potrà andare da un minimo di 150 mila a un massimo di un milione di euro (da 10 mila a 50 mila euro era la previsione di partenza). Ci sarà la confisca immediata dell’imbarcazione (quindi non dopo la reiterazione del reato) e l’arresto in flagranza del comandante in caso di “resistenza o violenza” contro nave da guerra. L’imbarcazione sequestrata potrà essere subito affidata in via cautelare a polizia, capitaneria di porto o marina militare e, se la confisca sarà confermata in via definitiva, diventerà proprietà dello Stato.

Fonte: AgenSIR
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