EMERGENZA COVID-19: raccolta fondi "La Diocesi per l’Ospedale"
La Diocesi, in accordo con l’ULSS 2, apre una raccolta fondi per l’accoglienza ospedaliera dei malati di Covid-19
La Diocesi di Vittorio Veneto, in accordo con l’ULSS 2, apre una raccolta fondi per l’accoglienza ospedaliera dei malati di Covid-19: le donazioni saranno finalizzate a dare un aiuto concreto alla riorganizzazione dell’Ospedale di Vittorio Veneto in vista di accogliere i malati colpiti da Covid-19 nel nord-trevigiano.
Un profondo senso di responsabilità è ciò che l’emergenza Coronavirus richiede all’intera comunità civile ed alla comunità cristiana. La Chiesa diocesana, oltre ad assumere responsabilmente le direttive di contrasto alla diffusione del contagio, continua il suo impegno di preghiera e di evangelizzazione ed esprime, in varie forme, la sua vicinanza a quanti stanno soffrendo in questo momento di particolare difficoltà.
Anche grazie alla lettera del vescovo Pizziolo, la Diocesi di Vittorio Veneto ha manifestato un profondo senso di gratitudine al personale medico ed infermieristico, che da settimane si trova ad affrontare - a vantaggio di tutti - una dura lotta contro questa pericolosa forma di contagio.
Per rendere più concreta questa prossimità, la Diocesi intende promuovere, a partire da oggi, una raccolta di fondi che andranno a beneficio del Servizio Sanitario dislocato sul territorio. In accordo con i responsabili dell'ULSS, le donazioni saranno finalizzate a dare un aiuto concreto alla riorganizzazione dell’Ospedale di Vittorio Veneto in vista di accogliere i malati colpiti da Covid-19 nel nord-trevigiano.
Le somme donate, che saranno opportunamente rendicontate tramite i mezzi di comunicazione diocesani, dovranno essere versate nel conto corrente intestato a DIOCESI V.V. – EMERGENZA COVID-19, appositamente dedicato con IBAN: IT 93 W 08904 62190 007000009036, codice BIC: CCRTIT2TPRE con causale: “Offerta pro EMERGENZA COVID-19”. Sono già state effettuate le prime donazioni: 5 mila euro dalle offerte per la “carità del Vescovo” e 5 mila euro da parte di Caritas diocesana.
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