GUERRA IN UCRAINA: per papa Francesco è una mostruosità
E ha salutato con affetto i bambini ucraini
Papa Francesco ha concluso l’udienza di oggi, 30 marzo, rivolgendo “un saluto particolarmente affettuoso bambini ucraini”. Salutato da un fragoroso applauso dei presenti in Aula Paolo VI, ha poi aggiunto un appello a braccio: “E con questo saluto ai bambini torniamo pensare a questa mostruosità della guerra e rinnoviamo le nostre preghiere perché si fermi questa crudeltà selvaggia che è la guerra”.
Poco prima, Francesco aveva annunciato ai fedeli il suo viaggio apostolico a Malta, sabato e domenica prossima, sulle orme dell’apostolo Paolo: “Sarà un’occasione – ha spiegato – per andare alle sorgenti dell’annuncio del Vangelo, per conoscere di persona una comunità cristiana dalla storia millenaria e vivace, per incontrare gli abitanti di un Paese che si trova centro del Mediterraneo e a sud del continente europeo, oggi impegnato ad accogliere tanti fratelli e sorelle in cerca di rifugio”.
Lo scorso 25 marzo Francesco ha consacrato la Russia e l'Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. “Non si tratta di una formula magica, ma di un atto spirituale”, ha spiegato Francesco a proposito dell’Atto di consacrazione: “È il gesto del pieno affidamento dei figli che, nella tribolazione di questa guerra crudele e insensata che minaccia il mondo, ricorrono alla Madre, gettando nel suo Cuore paura e dolore, consegnando sé stessi a lei. È riporre in quel Cuore limpido, incontaminato, dove Dio si rispecchia, i beni preziosi della fraternità e della pace, tutto quanto abbiamo e siamo, perché sia lei, la Madre che il Signore ci ha donato, a proteggerci e custodirci”. “Dalle labbra di Maria è scaturita la frase più bella che l’Angelo potesse riportare a Dio”, ha fatto notare il Papa: “Avvenga per me secondo la tua parola”.
“Quella della Madonna non è un’accettazione passiva o rassegnata, ma il desiderio vivo di aderire a Dio, che ha progetti di pace e non di sventura”, il commento di Francesco: “È la partecipazione più stretta al suo piano di pace per il mondo. Ci consacriamo a Maria per entrare in questo piano, per metterci a piena disposizione dei progetti di Dio. La Madre di Dio, dopo aver detto il suo sì, affrontò un lungo viaggio in salita verso una regione montuosa per visitare la cugina incinta. Prenda oggi per mano il nostro cammino: lo guidi attraverso i sentieri ripidi e faticosi della fraternità e del dialogo, sulla via della pace”.
“Un cristiano senza amore è come un ago che non cuce: punge, ferisce, ma se non cuce, se non tesse, se non unisce, non serve. Oserei dire, non è cristiano”, l’esempio scelto dal Papa: “Se vogliamo che il mondo cambi, deve cambiare anzitutto il nostro cuore”. “Per fare questo, oggi lasciamoci prendere per mano dalla Madonna”, le parole riferite all’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria che ha compiuto alla fine del Rito per implorare la cessazione della guerra in Ucraina: “Guardiamo al suo Cuore immacolato, dove Dio si è posato, all’unico Cuore di creatura umana senza ombre. Lei è piena di grazia, e dunque vuota di peccato: in lei non c’è traccia di male e perciò con lei Dio ha potuto iniziare una storia nuova di salvezza e di pace. Lì la storia ha svoltato. Dio ha cambiato la storia bussando al Cuore di Maria. E oggi anche noi, rinnovati dal perdono di Dio, bussiamo a quel Cuore”.
“Ogni rinascita interiore, ogni svolta spirituale comincia da qui, dal perdono di Dio. Ogni volta che la vita si apre a Dio, la paura non può più tenerci in ostaggio”, ha assicurato Francesco commentando il “non temere” dell’arcangelo Gabriele: “L’annuncio dell’Angelo le dava ragioni serie per temere. Le proponeva qualcosa di impensabile, che andava al di là delle sue forze e che da sola non avrebbe potuto gestire. Ma Maria non solleva obiezioni. Le basta quel non temere, le basta la rassicurazione di Dio. Si stringe a lui, come vogliamo fare noi stasera”. Spesso, invece, facciamo l’opposto: “partiamo dalle nostre certezze e, solo quando le perdiamo, andiamo da Dio. La Madonna, invece, ci insegna a partire da Dio, nella fiducia che così tutto il resto ci sarà dato. Ci invita ad andare alla sorgente, al Signore, che è il rimedio radicale contro la paura e il male di vivere”. Infine la citazione di una “bella frase” di Sant’Agostino, rivolta a Dio e riportata sopra un confessionale in basilica: “Allontanarsi da te è cadere, tornare a te è risorgere, restare in te è esistere”.
(fonte: AgenSir)
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento