Dopo il tempo degli abbattimenti per fare spazio alle coltivazioni, ma anche alle urbanizzazioni, da qualche decennio per la pianura veneta è il tempo del ritorno dei boschi. Per merito di iniziative di sostegno e finanziamenti mirati, in trent’anni nel Veneto si è passati da 50 a 500 ettari di boschi di pianura, “polmoni verdi” che hanno permesso di ridare fiato all’ambiente naturale, alla biodiversità. Sono un piccolo tesoro che va valorizzato. E che comunque è solo una piccola parte di quello che erano le antiche foreste planiziali venete. In questa rincorsa all’aumento delle superfici a bosco, una tappa importante è la convocazione da parte di Veneto Agricoltura e Regione Veneto degli “Stati generali dei boschi di pianura”, giovedì 26 ottobre a Sandrigo, nel Vicentino, per riunire tutti gli attori di questa moderna riforestazione, presentando alcune esperienze più significative, ma anche per delineare una nuova fase storica sintetizzandola in un documento che sarà chiamato “Carta di Sandrigo”. La speranza è quella di avviare una nuova fase che si dà l’ambizioso obiettivo di moltiplicare per 10 gli attuali 500 ettari di boschi planiziali entro il 2050, arrivando a 5.000 ettari, coniugando biodiversità, benessere per i cittadini veneti, valore per il turismo naturalistico e produzione forestale.