Il giornale del 5 marzo. Edizione digitale
Emergenza azzardopatia.
Il gioco d’azzardo è un’emergenza sociale. Se ne sono accorti in questi giorni i sindaci della provincia di Treviso che hanno deciso di muoversi insieme per porre dei paletti alla proliferazione di luoghi in cui si gioca. Ma al quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, se ne erano accorti già quindici anni fa e da allora alcuni suoi coraggiosi e preparati giornalisti stanno combattendo una battaglia, spesso in solitaria (anche perché è il solo giornale a non accettare la generosa pubblicità del gioco d’azzardo...), contro la spaventosa, crudele e subdola bestia dell’azzardo. Spaventosa perché in parte in mano alla criminalità (come denunciano i magistrati) e perché s’ingurgita ogni anno 96 miliari di euro. Crudele perché getta sul lastrico persone che, affette dal vizio del gioco (tecnicamente: azzordopatia), bruciano stipendi e risparmi al poker online o nelle macchinette mangiasoldi, trascinando spesso nel baratro anche le loro disperate famiglie. Subdola perché permessa e talora promossa dallo Stato che da questa bestia guadagna ogni anno circa 10 miliardi di euro, grasso che cola in questi tempi di austerità (gli interventi postterremoto a L’Aquila, ad esempio, sono stati finanziati con i proventi dell’azzardo...).
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