I Segretari Generali dei Pensionati di Treviso e Belluno, hanno incontrato questa mattina alcuni parlamentari delle due Province per un confronto e uno scambio di proposte sulle emergenze e sulle priorità emerse dal contatto diretto con i pensionati del territorio.
In Veneto nel 2014 (dati INPS del mese di Giugno) vengono erogate compelssivamente 1.450.457 pensioni di cui 464.223 pensioni di vecchiaia da lavoro dipendente, 356.566 da lavoro autonomo, 28.761 da gestione separata e lavoratori parasubordinati e 13.861 da fondi sostitutivi.La media mensile per le pensioni di vechiaia da lavoro dipendente è di 1207.54 euro, 910.38 per lavoro autonomo e 167,93 per lavoro parasubordinato.Osservando però i dati Inps per classi d'importo, si nota che in Veneto 878.640 pensionati percepiscono meno di 750 euro mensili, di cui 338.922 meno di 500 euro al mese. "Sono dati che devono far riflettere e orientare le decisioni governative e parlamentari ad una maggiore sensibilità verso la categoria dei pensionati - afferma Renato Bressan Segretario Generale Spi Cgil Belluno - Le rendite pensionistiche nel tempo hanno perso capacità d'acquisto e registriamo situazioni davvero drammatiche. Nella nuova legge di stabilità e nelle riforme governative è arrivato il momento di pensare seriamente alla categoria dei pensionati, che per molti anni ha supportato il Paese prima, da lavoratori, pagando le tasse da lavoro dipendente poi contribuendo alla tenuta sociale soprattutto delle famiglie. La situazione è talmente difficile che a Belluno è stata istituita un'equipe di psicologi a supporto degli anziani in situazioni di disagio o povertà." "Nel nostro territorio sono in aumento le situazioni di criticità davvero pesanti - sottolinea Antonio Confortin, Segretario Generale UilPensionati Belluno Treviso - Pochi giorni fa ho visitato una famiglia di quattro persone, genitori e due figli disoccupati, che sopravvivono con la sola pensione del padre, di 832 euro mensili. Capite che è davvero impossibile gestire una situazione simile.""Anche l'Istat evidenzia come la soglia del benessere degli italiani si sia notevolmente abbassata. Le persone, che già non spendono più nulla per piccoli sfizi o cose superflue ora rinunciano, sempre più spesso, alle cure sanitarie o ad acquisti farmaceutici - dichiara Francesco Rorato, Segretario Generale FNP Cisl Belluno Treviso - E' fondamentale ristabilire un'equità fiscale e una redistribuzione del reddito, anche pensionistico. Penso ad esempio ai 15 miliardi di euro per le pensioni accompagnatorie dove, eliminando quelle erogate a chi ha più di 60mila euro di reddito annuo, si potrebbe redistribuire circa 4 miliardi di euro alle fasce più deboli."Da qui le richieste avanzate dai Segretari Generali dei Pensionati Cgil Cisl e Uil ai parlamentari bellunesi e trevigiani. - Recupero del potere d'acquisto delle rendite pensionistiche, prevedendo una rivalutazione monetaria costante di quelle fino a cinque volte il minimo;- Maggiore attenzione alla non autosufficienza, incrementando il fondo nazionale e vigilando sulla gestione del fondo regionale. Che fine ha fatto la legge regionale sulla non autosufficienza? Quella italiana è una società che invecchia drasticamente e sempre più anziani soffrono di patologie muscoloscheletriche e di perdita di capacità cognitiva, con necessità di ricovero in strutture specializzate. La retta media delle Case di Riposo nelle nostre Usl è di 1.500 euro mensili, non supportabili con i dati medi delle pensioni citati prima. E' necessaria inoltre una seria riforma delle IPAB e della loro gestione, anche per far mettere sullo stesso piano in materia di costi, e quindi di rette, le strutture pubbliche e quelle private, quest’ultime oggi sicuramente avvantaggiate sul versante fiscale.- Applicazione dello strumento della nuova ISEE per le prestazioni mediche e socio-sanitarie (Case di Riposo comprese) così da incrementare l'equità fiscale e sociale.- Una rivalutazione generale della riforma sanitaria delle nostre regioni, in questo caso del Veneto, con particolare attenzione agli ospedali di comunità e alla medicina di base, servizi essenziali per le fasce più deboli di una comunità.