L'acqua bene prezioso
Domenica 22 marzo è la Giornata mondiale dell'acqua. La scarsità d'acqua interessa già un quarto della popolazione mondiale
L’acqua – di cui domenica 22 marzo si celebra la Giornata mondiale – è spesso alla base delle molte rivolte popolari e anche delle migrazioni che ci sono nel mondo, anche se siamo abituati a pensare (erroneamente) che l’acqua sia fonte di vita in quanto risorsa inesauribile.
Ma non è così. Mentre l’agricoltura e l’industria ritirano la stragrande maggioranza delle acque dolci del mondo (rispettivamente il 70% e il 19%), anche la domanda delle famiglie sta aumentando precipitosamente con costi crescenti. La definizione di oro blu, in riferimento all’acqua, evidenzia come una risorsa basilare e prioritaria, bene comune dell’umanità, stia rappresentando un interesse economico tale da essere paragonato a un bene di consumo e di mercato. Oggi, alla crisi idrica che coinvolge molte popolazioni che vivono nei Paesi a basso reddito si affianca una scarsità di risorse in quelli più sviluppati che – a causa di politiche ambientali discutibili e della crescita demografica – si stanno trasformando in aree a stress idrico o con scarsità idrica.
Sete di acqua. La sete di acqua dolce del Pianeta è più che raddoppiata dagli anni '60, al passo con la crescita delle popolazioni e delle economie. Un quarto del mondo (pari a 17 Paesi) ora deve affrontare uno stress idrico estremamente elevato, in cui ogni anno viene prelevato più dell’80% dell’acqua disponibile dalle risorse di superficie e sotto terra. Secondo il World Resource Institute in Medio Oriente e nella regione del Nord Africa, sede di 12 dei 17 Paesi a forte rischio idrico, la mancanza di questa risorsa è la principale causa di conflitti e migrazioni.
La domanda di acqua per uso industriale e domestico aumenterà molto più rapidamente della domanda per usi agricoli, anche se l’agricoltura continuerà a registrare i livelli di consumo più consistenti. In buona parte, la crescita della domanda di acqua proverrà da paesi in via di sviluppo o da economie emergenti. Ne consegue che i sistemi idrici del mondo stanno affrontando formidabili minacce. Più di 1,5 miliardi di persone vive attualmente in regioni con scarsità d’acqua e ben 3,6 miliardi potrebbero sperimentare scarsità d'acqua entro il 2025; il numero potrebbe crescere raggiungendo una cifra compresa tra 4,8 e 5,7 miliardi entro il 2050.
Al tempo stesso, il ciclo globale dell’acqua si sta intensificando a causa dei cambiamenti climatici, con le regioni umide e le regioni aride che tendono ad estremizzare le rispettive caratteristiche. L’aumento dell’inquinamento degrada gli ecosistemi acquatici d’acqua dolce e costieri. Ne consegue che i cambiamenti climatici – come stiamo vedendo – sono pronti a spostare i modelli di precipitazione e accelerare lo scioglimento dei ghiacciai, alterando l’approvvigionamento idrico e intensificando inondazioni e siccità
22 marzo. La Giornata Mondiale dell’Acqua è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, prevista all'interno delle direttive dell’Agenda 21, risultato della Conferenza di Rio. Il tema dell’acqua è stato successivamente inserito come specifico punto (n° 6) nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Sebbene il 71% della superficie terrestre sia coperto da acqua - di cui il 97% salata e il rimanente 3% da acqua dolce – solo l’1% può essere usata per le attività umane. Di questa piccolissima parte oltre la metà è usata in agricoltura!!!
Secondo gli ultimi dati Istat (2018) l’Italia è al primo posto nell’Ue per i prelievi di acqua a uso potabile: 428 litri per abitante al giorno. Purtroppo quasi la metà del volume di acqua prelevata alla fonte (47,9%) non raggiunge gli utenti finali a causa delle dispersioni idriche dalle reti di adduzione e distribuzione. Discorso analogo riguarda l’uso in agricoltura in quanto nei nostri territori sono ancora molte le perdite di acqua dolce dalle canalette di derivazione nei mesi estivi.
Le prospettive future. Le previsioni sono allarmanti: entro il 2030, se non si attueranno i giusti correttivi, le città con problematiche importanti relative all’acqua saliranno a quota 45, includendo al loro interno qualcosa come 455 milioni di persone.
Il sovrappopolamento e l’inquinamento sono tra le principali cause di questi dati allarmanti, ma anche lo spreco dell’acqua.
L’acqua non è accessibile a tutti in egual misura. Infatti i consumi d’acqua nel mondo sono molto altalenanti e si passa dagli oltre 420 litri al giorno per abitante negli Stati Uniti ai 10 del Madagascar, dai 240 in Italia ai 160 litri di media in Europa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato in 40 litri il limite minimo giornaliero d’acqua pro-capite (tra bere, cucinare, igiene e faccende domestiche) ma allo stato attuale quasi 900 milioni di persone in 43 Paesi vivono sotto questa soglia idrica.
Tutto questo porta più di 1 miliardo di persone a bere acqua non potabile e 2/5 della popolazione mondiale a vivere in condizioni igieniche del tutto assenti per la mancanza di acqua.
Impronta idrica. Naturalmente, anche i consumatori possono fare la loro parte. Parte dell’abbassamento dell’uso di acqua per uso domestico significa pensare oltre ciò che esce dal rubinetto. La maggior parte delle impronte idriche delle persone proviene effettivamente dagli alimenti che consumano e dai beni e servizi che acquistano. Ad esempio, produrre una 1 kg di carne bovina richiede più di 11000 litri di acqua, oltre 50 volte ciò che è necessario per 1 kg di patate. Una maglietta di cotone ne richiede 2.700, mentre per fabbricare una bottiglietta di plastica in cui si compra l’acqua ne sono stati consumati altri 4 litri. E l’energia utilizzata per alimentare case, scuole e uffici proviene principalmente da centrali termoelettriche, che di solito richiedono acqua dolce per il raffreddamento. Risparmiare energia, mangiare meno carne rossa e comprare meno vestiti sono tre modi inattesi in cui i consumatori possono ridurre l’impronta idrica.
Pur vero che la maggioranza dell’acqua ritorna nel ciclo idrogeologico, sotto forma di vapore acqueo, infiltrata nel sottosuolo e convogliata nell’acqua marina, ciò non significa che dobbiamo continuare a sprecarla.
Un miliardo di tonnellate di cibo viene perso o sprecato ogni anno dalla produzione nei campi agli avanzi nelle nostre case. Ciò corrisponde a circa un quarto di tutta l’acqua agricola prelevata: non ce lo possiamo più permettere!
Enrico Vendrame
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