La viticoltura trevigiana riparte all’insegna di sostenibilità
A Cimadolmo il focus sulla viticoltura trevigiana organizzata dalla Coldiretti
Parato il colpo della pandemia, i viticoltori trevigiani vogliono ripartire alla grande e proiettarsi al futuro. Questo, in estrema sintesi, è stato lo spirito ma anche il filo conduttore che ha unito i vari interventi dei relatori che hanno partecipato al Focus 2021 sulla viticoltura trevigiana a Cimadolmo, nel Pattinodromo che per l’occasione ha registrato il tutto esaurito.
Tanti gli argomenti toccati, primo fra tutti la situazione attuale del mercato. Nonostante il duro colpo del COVID-19 il settore non ha subito particolari danni in termini economici, a parte per il comparto ho.re.ca .: nel 2020 c’è stata una contenuta riduzione del fatturato mentre sono rimasti sostanzialmente invariati gli altri numeri, con anzi un aumento della quantità di bottiglie vendute. In un momento in cui pare che la pandemia stia allentando la presa, la domanda di Prosecco e soprattutto di Prosecco Rosè sta aumentando e, di conseguenza, i viticoltori trevigiani si devono far trovare pronti per dare un’adeguata offerta ed evitare incrementi di prezzo che potrebbero essere dannose per il mercato.
Un tema centrale della serata è stata la vendemmia che tra poco più di un mese interesserà una buona fetta del territorio. C’è grande attesa e ci sono molte aspettative, nonostante si stia vivendo un anno difficile e che è stato preda di avverse condizioni metereologiche, tra abbondanti piogge e periodi di siccità. Senza dimenticare il problema della flavescenza dorata che, negli ultimi anni, si sta diffondendo e che solo un’azione unitaria da parte degli agricoltori può contenere o debellare la malattia che può portare alla morte dei vigneti.
In sostanza, la parola d’ordine è stata “equilibrio”: una corretta gestione, un’adeguata offerta che risponda alla crescente domanda e l’esperienza che è stata immagazzinata nel corso della pandemia saranno il motore della ripartenza della viticoltura trevigiana. Questo, unito alla sostenibilità e alla cultura, può ancora sfruttare le tante potenzialità del settore con un beneficio che si diffonderebbe in tutti il territorio.
“Nonostante la pandemia, il consumo di Prosecco è rimasto stabile – è intervenuto così, ieri sera, Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso - Con la ripresa, si sta addirittura notando un aumento del consumo: questo prodotto continua a piacere e che questo straordinario spumante ha ancora delle grandi potenzialità. Prosecco vuol dire convivialità ed è il vero segno della ripresa e ci proietta verso il futuro. Futuro che vuol dire anche Prosecco Rosè: ci sono incrementi di vendita, anche all’estero, e questo rafforza il volume di affari delle nostre aziende. Tutto questo, però, deve essere gestito, soprattutto se i trend vengono confermati, per evitare che il prodotto si esaurisca, con conseguente aumento del prezzo. Bisogna creare un equilibrio, creare domanda e offerta stabili, fare investimenti e crescere in modo sano, per il beneficio di tutti.”
“I trend del mercato del Prosecco sono assolutamente positivi – aggiunge Valerio Cescon, Presidente Cantine “La Marca” - Il prodotto, sostanzialmente, attira sia a livello nazionale sia a livello internazionale ed è rimasto indenne di fronte alla pandemia, tranne che per il segmento ho.re.ca . Arriviamo alla prossima vendemmia con un mercato interessante, con ampia domanda e sufficiente offerta: quest’anno ci sono grandi aspettative ed attesa anche perché il nostro mercato è andato un po’ in modo anticiclico rispetto agli altri, per nostra fortuna. Ora dipende solo da noi continuare a mantenere alto l’interesse per questo prodotto in tutto il mondo, ricavando delle soddisfazioni per il territorio, direttamente per gli operatori del mercato e indirettamente per tutta l’economia locale.”
“Stiamo facendo un grande lavoro di ascolto per giungere a delle decisioni che tutelino un bene comune come la nostra denominazione – afferma Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco DOC – Le scelte vanno fatte in modo congiunto e condivise, anche in base ai risultati della denominazione nel 2020: sono aumentate la resa produttiva e la quantità di bottiglie vendute però è calato il fatturato. Inoltre, la novità del Prosecco Rosè sta piacendo in tutto il mondo. Questi dati ci devono far riflettere e in base a ciò abbiamo steso il programma triennale 2021-2024: dobbiamo dare un futuro al prodotto, dobbiamo creare una denominazione sostenibile a 360° che non coinvolga solo il vigneto ma tutta la logistica, l’etica e il sociale. Infine, dobbiamo accrescere il livello culturale dei viticoltori ed offrire un’adeguata formazione.”
“È stata un’annata un po’ difficile e con andamenti climatici un po’ strani tra tanta pioggia e periodi di siccità – spiega infine Giovanni Pascarella dell’azienda di consulenza vitivinicola Extenda Vitis - Di fronte a questi cambiamenti climatici il viticoltore si sta adattando. In generale, quest’annata è un po’ tardiva e con la vendemmia inizieremo con i pinot ad inizio settembre, per arrivare al glera dopo metà settembre e poi con i rossi verso fine mese. Il problema della flavescenza esiste da noi già dagli anni ’80, aveva avuto un calo e in questi ultimi anni sta riemergendo: i vigneti muoiono e i viticoltori si trovano in difficoltà, stanno cercando di contenere il diffondersi della cicalina che porta la malattia ma questo non si fermerà a breve perché ci vuole un intervento deciso di tutti gli agricoltori.”
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