MODA: nel Veneto Est tenuta dei ricavi con oltre 2 miliardi di export
Ma si è registrata una contrazione dei volumi
Moda, settore in evoluzione ma sempre ai vertici per valore dei ricavi, della proiezione internazionale nei mercati, sviluppo di competenze professionali. E’ il bilancio del Gruppo Sistema Moda di Confindustria Veneto Est presieduto da Roberto Bottoli. I dati innanzitutto: tra Treviso, Padova, Venezia e Rovigo sono attive 3.935 imprese con 25.398 collaboratori, rispettivamente il 60,7% e il 46,4% sul totale regionale veneto. I volumi dell’export al terzo trimestre 2023 hanno superato i 2 miliardi di euro (2.066 miliardi), con un incremento del + 3,9% sul dato analogo del 2022.
Il dato nazionale diffuso da Confindustria Moda vede una previsione di crescita annua del + 3,2% pur con una riduzione dei volumi letta come l’esito della fine del rimbalzo post pandemia.
“Si registra un rallentamento nei consumi – spiega il Presidente Bottoli (nella foto) – effetto delle situazioni climatiche che incidono nella stagionalità degli acquisti ma soprattutto dell’ansia e dell’incertezza che pervadono sia i Paesi occidentali che orientali. La presenza nei mercati di tutto il mondo delle nostre aziende, anche di piccole e medie dimensione, consente comunque di attenuare l’impatto e impostare nuove strategie commerciali. La tenuta complessiva del nostro settore in questo 2023 ha visto però una riduzione della marginalità nelle aziende per l’aumento generalizzato dei prezzi di energia e materie prime non compensato da un pari aumento dei prezzi di vendita”.
“Per il 2024 il rientro dai picchi dell’inflazione fa auspicare un ritorno di fiducia nei consumatori – continua Roberto Bottoli - , come ha rilevato l’Istat in questi giorni, e una riduzione anche dei costi per le imprese, nell’energia come per le materie prime. La nostra consolidata presenza internazionale ci porta a guardare con attenzione alle dinamiche, anche geopolitiche, nei mercati mondiali. E ci sono le grandi sfide dell’innovazione e della sostenibilità, da affrontare come sistema e non solo come singole imprese in modo da avere un peso maggiore nelle sedi dove vengono prese le decisioni su cosa significhi effettivamente produrre in modo sostenibile”.
“Proprio i cambiamenti geopolitici e il ripensamento delle strategie di internazionalizzazione produttiva delle imprese – conclude il Presidente Bottoli – rendono strategico puntare al valore del Made in Italy e al mantenimento e consolidamento delle eccellenti filiere produttive del sistema moda ancora presenti e vitali in Italia e nel Nord Est, apprezzate da tutte le grandi griffe nazionali ed internazionali del nostro settore. La risorsa prima per trasmettere questo impareggiabile sapere manifatturiero e la creatività che sono insieme alla base del successo della moda italiana è il capitale umano. E’ questa la prima preoccupazione delle nostre imprese, grandi e piccole, e la nostra priorità nel breve e nel lungo termine sarà quella di essere attrattivi per i giovani, connetterci con le scuole dedicate alla moda, comunicare al meglio le molte e diverse opportunità delle professioni legate al fashion anche e soprattutto nei territori come il Nord Est che sono il cuore del Made in Italy, protagonista nel mondo”.
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