Distanza: km 15,74 (andata e ritorno)
Aumento di quota D+: m 949
Tempo di percorrenza: 5h (andata e ritorno)
Grado di difficoltà: medio
Ecco uno tra i più noti itinerari di tutto l’arco prealpino, che ha come meta il Col Visentin a 1763 m di quota. È per così dire la “versione occidentale” dell’altrettanto famoso Sentiero delle Creste che parte dalla Casera del Nevegal con medesimo obbiettivo di vetta. Grazie a splendidi panorami sia verso la Val Belluna che sulla pianura trevigiana, rappresenta una delle più spettacolari escursioni di tutto il comprensorio prealpino. Va tenuto conto che serve una buona preparazione fisica in quanto il percorso completo è decisamente lungo, tuttavia non riserva alcuna difficoltà tecnico-alpinistica. Da Pian de le Femene (1100 m) si sale sul ripido colle retrostante il Museo della Resistenza “Agostino Piol” ed in seguito dopo un allungo in falsopiano tra cumuli di spietramento e lame di abbeveraggio, si scende verso Casere Frescon. Poco dopo si incontra un caratteristico “caserin” in pietra, quindi si risale il ripido pendio del Monte Cor per poi arrivare al Col de le Poiatte nei pressi del quale vi è casera Della Giustina “Bridot”. Immediatamente dopo Malga Cor e casera Sonego, si risale il Monte Pezza dove sorgono i ruderi delle storiche casere Pezzetta. È la volta del Monte Agnellezze dove svetta un cumulo di spietramento alto ben quattro metri, quindi si giunge a Forcella Zoppei. Da qui si segue per un tratto la strada Longhere – Col Visentin e la si abbandona usufruendo di frequenti scorciatoie tra i tornanti per concludere il cammino sulla vetta del Col Visentin (1763 m) dove sorge il Rifugio 5° Artiglieria Alpina.
https://www.youtube.com/watch?v=yvVvqtPGsos&feature=youtu.be
La strada Longhère – Col Visentin
In passato, per raggiungere i borghi di Faìs e il Col Visentin si percorrevano solo sentieri, mentre oggi disponiamo della comoda strada che sale dall’abitato di Longhère. Lunga 17,5 km, fu iniziata negli anni Cinquanta per volontà della CGIL di Vittorio Veneto che pensò di ingaggiare alcuni lavoratori precari, tra cui ex partigiani, garantendo un compenso oscillante tra le 500 e le 600 lire al giorno a seconda del livello familiare. Una sorta di sussidio sociale che oggi è ricordato con il curioso appellativo di “sciopero revès”.
Le foto e la traccia GPS sono su questa pagina.
La mappa è stata elaborata dallo scenario: 3Dolomiti - © Consorzio Dolomiti