Prealpi Flash - Vette e capitelli di Segusino
La rubrica a cura di Giovanni Carraro.
Redazione online - FC
10/04/2018

Distanza: km 11,50

Aumento di quota D+: m 575

Tempo di percorrenza: 4h

Grado di difficoltà: basso

Quanta tradizione di montagna e di alpeggio c’è nella valle di Segusino e dove c’è alpeggio ci sono sempre sentieri e segni devozionali. Andiamo a scoprire capitelli e chiesette in questa bella passeggiata. Si parte da piazza Roma in centro a Segusino e si passa a fianco della sede comunale per poi imboccare in successione Via Marconi, Via Zancaner ed infine Via Cal del Pont. Poco prima del ponticello, si devia a destra lungo una strada sterrata e ci si immette nel Trodo de le Acque che affianca il torrente Riù fino a giungere all’abitato di Stramare. Dal paese percorriamo un largo sentiero (segn. 1001) che sale sul pendio occidentale ad incontrare l’antica Strada de la Mont che ci porterà al borgo di Milies passando per lo storico Capitel de la Mont. Giusto di fronte al ristorante Da Romolét, si percorre una strada di campagna immersa in vaste praterie fino a condurci sui pendii delle Miliane giungendo nei pressi dell’omonima casera. Qui si intercetta il sentiero n.1002 che scende a Riva Grassa passando per vecchie dimore ed incontrando la graziosa chiesetta di San Barnaba. Giunti a Riva Grassa, si segue in discesa la strada per Stramare affiancando la parrocchiale di Santa Lucia per poi chiudere l’anello nuovamente in centro a Segusino.

https://www.youtube.com/watch?v=xhtvtVpNRn4&feature=youtu.be

Curiosità:

L’oratorio di San Barnaba, che per la gente del luogo è citato come “Santa Barnaba”, viene ricordato anche come la Ceséta del Diaolét per la presenza di un piccolo diavoletto seduto ai piedi di San Barnaba nel dipinto dell’altare. Si narra che questo fu aggiunto per volontà del parroco per esorcizzare la scarsa devozione dei muratori che edificarono la chiesa, i quali videro un diavolo sghignazzante seduto all’esterno del cantiere mentre “la malta non faceva presa, i legni si crepavano ed i chiodi uscivano dalla loro sede dopo essere stati conficcati”.

Le foto e la traccia GPS sono disponibili nel sito www.lazione.it

La mappa è stata elaborata dallo scenario: 3Dolomiti - © Consorzio Dolomiti