REGIONE: la testimonianza sulle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico veneto
L'esperienza del testimone di giustizia Rocco Ruotolo in Sesta Commissione consiliare
Una testimonianza inquietante sulla presenza della criminalità organizzata e mafiosa nel tessuto economico del Veneto ha caratterizzato ieri la seduta della Sesta Commissione consiliare permanente del Consiglio regionale del Veneto.
A raccontare la sua esperienza il testimone di giustizia Rocco Ruotolo, presentato dal professor Enzo Guidotto, componente dell'Osservatorio per il contrasto della criminalità organizzata.
Il professor Guidotto ha introdotto l’audizione del testimone di giustizia, sottolineando come “già nel 1993, è stato scoperto il metodo utilizzato dalla criminalità organizzata per infiltrarsi nel tessuto economico- sociale: società finanziarie prestavano denaro a imprenditori in difficoltà a tassi d’interesse elevatissimi; in caso di mancata restituzione del debito, le società minacciavano i loro debitori e li costringevano a cedere la proprietà delle aziende, che cadevano così nelle mani della mafia. Questo metodo viene rinnovato anche oggi, nel silenzio pressoché totale degli imprenditori vessati. Bisogna innanzitutto comprendere perché nessuno ha riferito agli inquirenti le minacce e le intimidazioni ricevute. Una positiva eccezione è rappresentata dal sig. Ruotolo che, unico tra 150 imprenditori vittime di questo metodo mafioso, non solo ha deciso coraggiosamente di denunciare alle Autorità inquirenti le minacce ricevute, ma ha anche accettato di fare l’infiltrato di giustizia. In Veneto ci sono stati imprenditori conniventi”.
L’imprenditore Rocco Ruotolo ha portato all’attenzione dei commissari l’esperienza personale vissuta, vittima dell’usura e minacciato. “Stiamo parlando non solo di problemi che colpiscono gli imprenditori, ma tutta la società civile – ha spiegato il testimone di giustizia - Facevo l’imprenditore a Padova, avevo alle dipendenze un centinaio di dipendenti. A un certo punto, ho dovuto affrontare alcune difficoltà finanziarie, e non sono riuscito a ottenere dalle banche la copertura di 300 mila euro. Così, attraverso comuni conoscenze, sono stato costretto ad accettare un prestito di 50 mila euro, a interessi folli, fino al punto che ho deciso di denunciare tutto. Ho visto con i miei occhi colleghi imprenditori subire violenze fisiche da persone sicure dell’impunità in quanto ‘avevano il potere dei soldi’. E nessuno ha parlato…Io invece l’ho fatto, ma sono stato lasciato solo dalle Istituzioni. E temo che il Veneto rischi seriamente di essere soffocato dai tentacoli della criminalità organizzata, soprattutto delle mafie straniere, ancora più spietate. L’imprenditore ha bisogno di risposte rapide da parte delle Istituzioni, prima di cadere nelle mani della criminalità”.
“Ma l’intervento dello Stato comunque non è sufficiente, prima delle Istituzioni è fondamentale l’impegno diretto dei cittadini, delle singole persone – ha sottolineato Ruotolo – di chi quotidianamente è inserito nel settore economico, in particolare delle associazioni di categoria. La burocrazia è inamovibile. E per combattere la mafia servono soldi, oltre alle buone intenzioni”.
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