RIFUGIATI: crisi umanitaria in Bosnia Erzegovina
Dura lettera della Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa alle autorità bosniache
Con una dura lettera del 7 dicembre Dunja Mijatović, Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, sollecita le autorità della Bosnia Erzegovina a farsi carico della grave crisi umanitaria in corso nel cantone Una-Sana, dove sono ormai centinaia i rifugiati e migranti che dormono all'addiaccio.
Il Cantone dell'Una-Sana, uno dei 10 cantoni della Federazione di Bosnia Erzegovina uscita dagli accordi di Dayton, si trova nella parte nord-orientale al confine con la Croazia dove migranti e richiedenti asilo della “rotta balcanica” affrontano le ultime tappe del “game”, cioè il passaggio della frontiera verso l’Ue.
Una crisi che si è acutizzata negli ultimi mesi anche per effetto della chiusura delle frontiere per il Covid, come sottolinea Dunja Mijatović nella lettera: “Risulta che, alla data di ottobre 2020, siano 6770 i richiedenti asilo e migranti accolti in campi situati nella Federazione della Bosnia Erzegovina. Si stima che il numero di coloro che dormono all’addiaccio o in palazzi abbandonati nel Cantone di Una Sana e altrove nel paese va da 2000 a 3500 persone. Sono molto preoccupata del fatto che, a distanza di un anno dalla chiusura del campo di Vučjak, sia in corso nel Cantone un’altra crisi umanitaria”.
Sono mesi che diverse organizzazioni internazionali, associazioni e volontari denunciano le condizioni insostenibili in cui vivono queste persone arrivate percorrendo la cosiddetta “rotta balcanica” della migrazione che parte dalla Turchia e lungo i paesi balcanici si dirige verso il centro-nord Europa. Soprattutto a seguito delle misure contro la pandemia, è stato il caos, come avevamo già raccontato a fine giugno su queste pagine.
Enrico Vendrame
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