Alla domanda “siete soddisfatti delle vostre relazioni personali?” gli europei rispondono dando un punteggio medio pari a 7,9 in una scala da zero (per nulla soddisfatti) a 10 (pienamente soddisfatti).
Questo singolare dato lo estrapola Eurostat, l’istituto europeo di statistica, da una serie di indagini statistiche soggettive sul benessere personale, i cui dati, in realtà, risalgono al 2018. Il presupposto è che “un contesto sociale positivo contribuisce all’equilibrio tra vita personale e lavoro e permette alle persone di sentirsi parte della società”, oltre che “a proteggerle dalla solitudine e quindi promuovere un generale benessere”.
Le donne sono lievemente più soddisfatte degli uomini (8,0 rispetto a 7,9), i giovani (nelle due fasce 16-24 e 25-34, 8,3 e 8,0) più degli adulti in età lavorativa (i meno soddisfatti di tutti con un punteggio pari a 7,8).
Una fase di maggiore soddisfazione si ha di nuovo tra i 64 e i 75, poi torna a scendere a 7,9. La forbice, che di solito si registra tra i Paesi europei, in questo caso è meno marcata: il punteggio più alto alla soddisfazione per le proprie relazioni personali lo danno irlandesi, maltesi, austriaci e sloveni (8,6).
I meno soddisfatti sono bulgari (6,6), greci (7,1), croati (7,5) e poi italiani, ungheresi e romeni (7,6). Rispetto al 2013, la media europea non è cambiata sostanzialmente, perché alcuni Paesi hanno registrato lievi miglioramenti (ad esempio a partire dalla insoddisfatta Bulgaria che nel 2013 era a soddisfazione 5,7, ma anche in Italia, che ha fatto un passo da +0,3). Le cose sono peggiorate però per Danimarca, Lettonia e Paesi Bassi (-0,3), Lituania e Lussemburgo (-0,2).