SCUOLA: in Veneto 9 bambini su 10 contenti di essere ripartiti
7 su 10 rispettano con entusiasmo le norme di prevenzione
Cresce rapidamente l'attenzione degli italiani per quelle che saranno le scelte del Governo sulla Scuola, con conseguenze che vanno oltre la funzione educativa. Guardando al dato nazionale, in Italia i ragazzi sono stati contenti di tornare a scuola (90%), un rientro affrontato con entusiasmo (50%), nonostante le stringenti misure di sicurezza, verso le quali c'è stata una sostanziale adesione e comprensione (70%). Più preoccupati i genitori, i cui timori per il rischio di contagi (25%) supera quello per i possibili problemi di apprendimento legati alla didattica a distanza (14%). Mentre il pasto consumato a scuola si conferma un elemento fondamentale nella vita familiare, sotto l'aspetto organizzativo ma soprattutto nutrizionale, laddove per molti ragazzi esso rappresenta l'unico pasto veramente completo della giornata (11%).
Sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio "Nutrire l'Infanzia. Povertà educativa, divario digitale"[1], realizzato da Ipsos per conto di SOS Villaggi dei Bambini per indagare, alla vigilia della Giornata Mondiale dell'Infanzia, le dinamiche all'interno delle famiglie italiane dopo la ripresa dell'anno scolastico in questa nuova fase pandemica. Attraverso questa indagine, l'Organizzazione intende intervenire e sensibilizzare il grande pubblico sul fondamentale ruolo della Scuola nel garantire ai bambini e ai ragazzi la possibilità di costruirsi un solido bagaglio di competenze e di conoscenze, con un'attenzione specifica a quanti vivono in condizioni di fragilità e di marginalità.
"Per il Villaggio SOS la scuola è un'interfaccia molto importante nello sviluppo quotidiano del progetto educativo di ogni ragazzo, - spiega Marta Trecco, Direttrice del Villaggio SOS di Vicenza - l'assenza dello sguardo diretto di maestre e professori, attenti non soltanto alla formazione ma anche al supporto emotivo ai ragazzi, in particolare nei momenti di difficoltà, si percepisce. La didattica a distanza, grazie al grande lavoro degli insegnanti, ha colmato il rischio di una interruzione dei programmi, almeno in termini di conoscenza e impegno pomeridiano con i compiti; ma la voglia di tornare in classe nei nostri ragazzi c'è sempre stata. Del resto il diritto allo studio è riconosciuto anche dal quarto Obiettivo di Sviluppo delle Nazioni Unite ("Fornire un'educazione di qualità, equa e inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento eque per tutti”, ndr). Oggi è più importante che mai rivendicare il diritto dei più giovani a partecipare ai processi che incidono, o incideranno, sulla loro vita”.
A SCUOLA IN TEMPI DI PANDEMIA: L'ENTUSIASMO DEI FIGLI, LE PAURE DEI GENITORI
9 genitori su 10 dichiarano che il proprio figlio era molto (56%) o abbastanza (33%) contento di rientrare a scuola, indipendentemente dal ciclo di studi o classe frequentata. 1 genitore su 2 parla di "entusiasmo” come stato d'animo prevalente nei figli che hanno affrontato il rientro a scuola (il 56% in Veneto contro il 51% della media nazionale). Il 16% dei genitori ritiene invece che il proprio figlio abbia affrontato il rientro con incertezza su ciò che avrebbe potuto aspettarsi, e l'8% dei genitori parla addirittura di un rientro con paura.
Guardando al ciclo scolastico/classe frequentata, maggiore l'entusiasmo riconosciuto ai più piccoli (58% per i bambini di prima e seconda elementare), a fronte di un maggior senso del dovere dei più grandi (dalla terza elementare alle medie).
In Veneto l'85% dei genitori ritiene che il proprio figlio si senta molto (17%) o abbastanza (68%) sicuro a scuola, un dato molto più alto rispetto alla media nazionale (76% complessivo). Tra quelli invece che ritengono che il proprio figlio non si senta abbastanza sicuro (1 su 4), il 55% attribuiscono l'insicurezza alla paura che i compagni non rispettino le misure precauzionali (soprattutto nelle scuole medie), il 27% lamenta misure di prevenzione e, in generale, di organizzazione poco chiare (specie nelle elementari) e il restante 18% crede che il proprio figlio tema di non poter rispettare le misure previste (soprattutto in prima e seconda elementare).
Per quanto concerne protocolli e misure, 7 genitori su 10 pensano che i propri figli stiano rispettando le regole con entusiasmo. L'impossibilità di organizzare gite e uscite scolastiche rappresenta la restrizione che più infastidisce bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie (67%). Seguono: il distanziamento sociale, che non permette la socializzazione con i compagni (63%); l'impossibilità di scambiarsi oggetti coi compagni (58%); l'uso delle mascherine (52%). Decisamente meno impattanti l'utilizzo dei gel disinfettanti, gli ingressi e le uscite scaglionati, il lavaggio delle mani e la misurazione della temperatura corporea.
Meno sereni dei ragazzi sembrano essere i genitori: la totalità di mamme e papà in Italia lamenta almeno una preoccupazione. Tra questi, il 25% (il 22% in Veneto) dichiara di essere preoccupato per il rischio di contagio all'interno degli istituti e il 17% (11% in Veneto) negli assembramenti fuori (specialmente i genitori dei ragazzi delle medie). In misura minore si temono possibili problemi di apprendimento collegati all'attivazione della DAD (14% nazionale vs 18% in Veneto), che con il nuovo anno scolastico ha assunto la veste di Didattica Digitale Integrata (DDI).
Se in media in Italia 4 genitori su 10 riportano della scoperta di effettivi casi di Covid-19 nella scuola del proprio figlio, in Veneto la percentuale risulta sensibilmente inferiore (28%). Guardando invece alla presenza di casi Covid-19 nella classe del proprio figlio, la quota di genitori che riporta di almeno un caso si riduce al 14% (11% in Veneto).
Secondo mamme e papà, il 75% dei ragazzi di elementari e medie ha vissuto tale evento con preoccupazione (molta o moderata). Dal punto di vista dell'organizzazione familiare, le quarantene hanno generato difficoltà per quasi 8 famiglie su 10, prevedibilmente con maggiore impatto per i genitori degli alunni delle elementari.
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