SIRIA. Oxfam Italia: “Nel nord-est del Paese oltre 200mila persone sfollate e allo stremo”
In seguito all'attacco della Turchia. Una situazione gravissima, con il rischio sempre più alto di vittime civili e di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario
Il quadro umanitario nel nord-est della Siria rischia di precipitare. Oltre 200mila sono le persone sfollate che vivono allo stremo. A lanciare l’allarme è Oxfam Italia insieme ad altre 72 organizzazioni umanitarie che compongono il “Syria International Ngo Regional Forum” (Sirf), impegnate a dare una risposta alla crisi siriana.
Secondo le stime delle Nazioni Unite sono oltre 400mila le persone che avranno bisogno di aiuti immediati nelle prossime settimane. Una delle situazioni più gravi si registra nella città di Hasakeh, dove in tre giorni sono arrivate 60mila persone in fuga dal conflitto. Qui la principale stazione idrica è stata gravemente danneggiata dagli scontri, lasciando circa 400mila persone (tra cui 82mila sfollati dei campi di Al Hol e Areesha), con metà dell’acqua pulita necessaria a soddisfare i propri bisogni.
Gli unici rifornimenti idrici disponibili al momento sono infatti erogati da una diga vicina, che oltre a fornire acqua di qualità scadente, esaurirà le proprie riserve nel giro di 10-15 giorni, esponendo così la popolazione a nuovi focolai di tifo e dissenteria, dopo i diversi casi già registrati lo scorso agosto.
Al momento gli attacchi aerei e di artiglieria più gravi si sono registrati a Tal Abyad, Ras al Ain e Quamishly.
Una situazione gravissima – commenta Oxfam Italia –, con il rischio sempre più alto di vittime civili e di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, come dimostra l’attacco dello scorso 13 ottobre contro un convoglio di sfollati in fuga da Tal Abyad. In particolare l’uso di armi esplosive nelle aree popolate sta costringendo la popolazione a fuggire in massa dal conflitto, lasciandola senza infrastrutture vitali, a partire dagli ospedali.
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